Le antiche Chiese di Villerose
 
 INTRODUZIONE
 
 La più antica notizia della esistenza di chiese nel territorio dell’attuale Villerose sembra essere quella che risale ad un documento del 1252 che ci è pervenuto non nell’originale, ma in copia eseguita in epoca posteriore e conservata   nella Biblioteca Nazionale di Parigi (1)
Si tratta degli Statuta Synodalia Reatina, documento riguardante l'insieme delle regole e comportamenti da osservarsi nel governo spirituale e temporale della Chiesa nella diocesi di Rieti. Gli argomenti ivi trattati sono i più svariati come si evince dalle rubriche (scritte in rosso)  che li introducono. (2)
Al termine del testo delle disposizioni statutarie segue la  sottoscrizione.
La pagina successiva del documento si presenta per la prima metà bianca mentre l'altra metà inizia con le parole  (latino del tempo): 
"hec est summa omnium ecclesiarum tam civitatis quam diocesis reatine et censualium et illarum que respondent et ecclesie reatine"
 
questo è lelenco
 
 "Questa è la somma  di tutte le chiese tanto della città quanto della diocesi di Rieti e il censimento anche di quelle che rispondono anche alla Chiesa reatina"
L'elenco è stato disposto per volontà di Thomas vescovo reatino dal 1252  al 1265. (3)
Tra le chiese menzionate nell'elenco sono:
s. maria de podio valle
 
(Sancta Maria de Podio Valle cum cappellis debet mediam procurationem) e
 
 s cruce de valle
in ordine
- Sancta Maria de Valle cum cappellis debet mediam procurationem
- Sancta Cruce de Valle
- Sancta Maria loci eiusdem
- Sanctus Thomas de Colle Fecato.
 
Anteriore a tale documento è la Bolla Pontificia del 1182 di papa Lucio III nella quale viene menzionata la chiesa di S.Maria di Poggiovalle (Sancta Maria in Podio de Valle) ma non le chiese di Ville. Ciò non significa necessariamente che alla data della Bolla non esistessero già le suddette chiese.
Sul fatto che fossero due e  site nello stesso ambito non ci sono dubbi. E' detto espressamente (loci eiusdem) nel citato documento e sono state sempre confermate da elenchi posteriori (4) e dai resoconti delle visite pastorali dei vescovi reatini. Questi ultimi documenti sono una fonte preziosa di conoscenza sia dello stato di manutenzione delle chiese e dei relativi arredi sia della religiosità delle comunità visitate.
Nell'opuscolo storico che segue (Roberto Tupone, Villerose e le sue Chiese) l'autore con ricchezza di documentazione indaga sulle origini delle chiese e fornisce una accurata sintesi dei resoconti dellle visite pastorali nella comunità di Ville dal 1561 al 1725.(5)
Scrive R. Tupone che la primitiva chiesa di S. Croce era situata a valle dell'attuale Villerose, dove si presume stesse anche l'abitato. Quando gli abitanti gradualmente si spostarono a monte verso l'attuale paese,la chiesa continuò ad essere la loro parrocchia anche quando fu edificata (intorno agli anni 1570) una nuova chiesa prossima al nuovo abitato, dedicata a S. Sebastiano (in seguito ridenominata S. Croce (6)
Col passar del tempo la primitiva chiesa di S. Croce finì declassata a "ecclesia ruralis prope Villam Villarum"(7) che in alcune relazioni delle visite pastorali viene indicata come ""extra Villas" o "extra Villa Villam que prius erat parochialis"(8) rispetto alla chiesa di S. Croce "intus Villas" o "infra Villa Villam"(9)
 
NOTE
 
(1) Si è grati a Roberto Tupone che avendone richiesto una fotocopia (a pagamento) ha dato occasione alla stessa Biblioteca Nazionale di scannerizzare il documento ed inserirlo nella Biblioteca digitalizzata GALLICA, consultabile gratuitamente.
(2) ad esempio: de immunitate ecclesiae, de poena sacerdotum qui conducunt ...ecclesias sine licentia episcopi, de bona mobilia et immobilia ecclesiae non alienatur, de tonsura clericorum, de sacramento confirmationis, si musca vel aracna vel aliquid cecident in calice, de revocatione beneficiorum, , de forma absolvendi usurarios in confessione, de poena ponentium ignem,de procurantibus abortum, de mulieribus non manentibus cum viris.
(3) "Nos Thomas permissione divina reatinus episcopus volentes scire...omnes ecclesias...duximus adnotandas infra diocesem reatinam"
(4) Ad es. dal Registro delle Chiese della Diocesi di Rieti del 1398 con le annotazioni tra parentesi di Saverio Marini  vescovo di Rieti dal 1779 al 1813:
- S. Maria de Vallibus cum cappellis debet mediam procurationem (Ch. tuttora esistente nella pianura sotto le Ville in una macchia)
- S. Cruce de Villis (parrochiale delle Ville di Borgocollefegato. Ch. assai lurida e ruinosa)
- S. Maria loci eiusdem (esisteva presso le Ville di Borgocollefegato,in oggi deruta) 
(5) Ci auguriamo che l'autore possa e voglia completare la rassegna delle visite pastorali  effettuate negli anni successivi.
(6) cit. opuscolo  Tupone pag.33
(7) cit. pag. 51
(8) cit. pagg. 39 e 41
(9) cit. pagg.42 e 51
 
  
 
 
 

Roberto Tupone

VILLEROSE  E  LE   SUE  CHIESE

 

Villerose già Ville Collefegato o più comunemente

 

Le Ville 

 

breve opuscolo storico dal XII° al XVIII° secolo

mappa-villerose-chiese

ROMA MMXVII

 

tupone

Autore:
Roberto Tupone

Finito di stampare il 23 Maggio 2017

La presente opera è stata realizzata utilizzando esclusivamente
software libero

Sistema Operativo: Gnu Linux Impaginazione: Libre Office Lavorazione immagini: The Gimp

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Siti di riferimento: www.villerose.it www.valledelsalto.it

In Copertina:
Carta del Regno di Napoli del 1851 (Scala 1:20.000 - Foglio 5° Tavola 21)

 

 

 

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a Rodolfo Pagano
classe 1926
per la grande devozione che nutre verso il suo paese natio

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INTRODUZIONE

Villerose, anche detta le Ville, è una piccola frazione del Comune di Borgorose in provincia di Rieti. Fino al 1927, faceva parte della provincia dell'Aquila in Abruzzo e prima dell'unità d'Italia (1861) si trovava nel Regno delle Due Sicilie. Essa si trova nel Cicolano, dal latino Ager Aequicolanus, territorio del popolo degli antichi Equi o Equicoli.

Si trova ad un passo da Nesce (meno di 7 km), l'antica Nersae che in epoca romana era il capoluogo del municipio omonimo. Nell'Eneide Virgilio indicò Nersae quale capitale degli Equicoli. Villerose si trova inoltre a 10 km da Sant'Anatolia, frazione dello stesso comune, e paese di nascita dei miei genitori.

Nel 1960 mutò il nome, precedentemente si chiamava Villecollefegato o Ville di Collefegato. La nuova denominazione nulla ha a che fare col fiore omonimo, come si potrebbe credere, ma prende il nome dal monte su cui il paese poggia, il Monte Rosa.

Il motivo che mi ha spinto a scrivere questo piccolo opuscolo è stato l'incontro con Rodolfo Pagano.

 Villerose è il paese nativo di Rodolfo Pagano che attualmente ha la veneranda età di 91 anni. Rodolfo, dopo una lunga carriera da dirigente presso la Camera dei Deputati, raggiunta la pensione, ha scelto di dedicare il suo tempo libero alla ricerca storica sul suo paese d'origine e sulle proprie radici. Nel 2006 ha partecipato, insieme a Cesare Silvi, alla fondazione dell'Associazione valledelsalto.it.

Come scrive lui stesso sul sito villerose.it circa quindici o venti anni or sono trovò, all'interno della parrocchia di S. Croce di Villerose, degli antichi registri parrocchiali che dopo varie vicissitudini, alcuni anni dopo, salvò dal degrado. Attualmente sono restaurati e conservati in parte nell'archivio della Diocesi di Rieti, in parte nella parrocchia di Borgorose.

Nel 2008 l'associazione valledelsalto.it pubblicò il primo Quaderno nel quale Rodolfo inserì la trascrizione integrale del "Liber Confirmationis". In seguito lui stesso creò il sito villerose.it ove inserì le trascrizioni degli altri registri e altro materiale sulla storia della frazione 1.

Nel frattempo, in occasione dell'assemblea dell'Associazione valledelsalto.it del 2 aprile 2017, donai a Cesare una copia del mio libro S.Anatolia, Cartore e dintorni che lui, a sua volta, passò a Rodolfo Pagano. Questi, dopo averlo sfogliato, volle subito avere un contatto con me, così mi chiese se ero disponibile a fare delle ricerche sulle chiese di Villerose. Qualche giorno dopo ci incontrammo e ci conoscemmo di persona.

Ho accettato di farmi carico di questa ricerca in quanto facilitato dal fatto di avere le immagini digitalizzate di centinaia di documenti che ho raccolto durante le mie ricerche. Infatti, quando mi trovavo nei vari archivi e mi capitavano sotto mano documenti relativi ad altre frazioni del comune di Borgorose, ho cercato sempre di fotografarli per avere un'idea complessiva dell'area attorno al mio paese.

Il primo passo è stato quindi quello di trascrivere tutto il materiale che avevo già a disposizione e ad esso aggiungere altro materiale proveniente da pubblicazioni che ormai, grazie a Google Libri, sono raggiungibili anche da casa. Il lavoro è durato appena un mese, ma devo dire, a dei ritmi piuttosto serrati in quanto avevo fretta di accontentare Rodolfo nella sua richiesta. Quando sentii che il lavoro poteva esere soddisfaciente, mi resi conto che da esso ne poteva scaturire una piccola pubblicazione e decisi di presentargli il lavoro sotto forma di libro. E' chiaro che fin d'ora autorizzo Rodolfo Pagano a pubblicare integralmente la ricerca sul suo sito, anzi, gli invierò il file di testo per facilitarlo nel compito.

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1. Nel "Liber Baptizatorum Villarum Collisfegati" (1866–1927), integralmente trascritto da Rodolfo Pagano e pubblicato sul sito di Villerose, è possibile leggere il suo atto di battesimo: "Pagano Rodolphus. Anno Domini 1926 die 29 martii ego infrascriptus Parochus baptizavi infantem die 24 huius mensis natum e Alphrido Pagani f. Alphonsi et e Francisca Santini f. Josephi coniugibus huius loci cui impositum fuit nomen Rodolphus; patrini fuerunt Paulus Gagliardi et Christina Canoni".

 

CAPITOLO I
 MISCELLANEA DI DOCUMENTI DAL 1150 AL 1795

 

Il primo documento in cui venne citato il castello di Collefegato è il Catalogo dei Baroni 2, redatto nel 1150 dopo la conquista del sud da parte dei normanni. La sua compilazione ebbe inizio durante il regno di Ruggero II e fu rivisto e integrato nel periodo 1167-68. Nel registro risulta che il castello di Collefegato era feudo di Gentile Vetulo e aveva il valore di "un milite", che era il numero dei militari che il castello avrebbe dovuto fornire per un'eventuale difesa o nel caso fosse stata indetta una nuova crociata. Nello stesso documento vengono citati gli altri feudi di proprietà di Gentile Vetulo, che erano:

Pesclum (Pescorocchiano), Bari o Barim (Val di Varri), Macclatemonem o Macclam Temonem (Macchia Timone, castello tra Pace e Collaralli), Castellionem (Castiglione Sulla strada che da Corvaro va a Tornimparte), Roccam Melitum (Valle Malito), Castellum Mannardi (Castelmenardo), Sanctum Johannem de Lapidio (Poggio S. Giovanni e Sant'Elpidio), Roccam Randisi (Roccarandisi) e altre terre nell'amiternino.

Tre anni dopo, nel 1153 papa Anastasio IV, confermando al vescovo reatino tutti i possedimenti della sua diocesi 3, citò ancora Collefegato.

Oratoria, quae monasteria dicuntur: Sancti Leopardi de Colle Fegati, Sancti Mauri supra Castilione de Valle de Petra (S. Mauro a Castelmenardo). Le parrocchie (Plebem) di Sancti Laurentii et Sancti Leopardi in Cartoro (S. Lorenzo e S. Leonardo di Cartore), Plebem di Sancti Stephani in Clavano (S. Stefano di Corvaro), Plebem Sanctae Mariae in Mareri et Sancti Pastoris, Plebem Sancti Petri in Canapinula, plebem Sancti Elpidii, ecc.

  1. 2  Catalogo dei Baroni, anno 1150: «Gentilis Vetulus dixit quod tenet in capite a domino rege Castrum Pescli quod est pheudum IIII militum, et Barim quod est II militum, et Macclatemonem quod est I militis, et Castellionem quod est I militis, et Roccam Melitum quod est I militis, et Castellum Mannardi quod est I militis, et Collem Fecatum quod est I militis, et Sanctum Johannem de Lapidio quod est III militum, et Roccam Randisi quod est I militis. Hec omnia castella Gentilis Vetuli sunt in Valle Petre in comitatu Reatino, et tenet in Amiterno Billanum quod est unius militis, et Roccam de Cornu et Castrum Piczoli I militis, et Sassan quod est I militis quod tenet Benegnata...». Evelyn Jamison, Catalogus Baronum di Ruggero II Normanno, Fonti per la storia d'Italia, 101, Roma 1972

  2. 3  Bolla di Anastasio IV a favore della Chiesa Reatina, anno 1153: «... Plebem sancti Antimi in Cassina, Plebem Sancti Thomae in Villano, Plebem Sancti Petri in Cornu, Plebem Sancti Euticii in Marana, Plebem Sancti Stephani in Clavano, Plebem Sancti Laurentii, et Sancti Leopardi in Cartoro, Plebem Sanctae Mariae in Mareri, et Sancti Pastoris, Plebem Sancti Petri in Canapinula, plebem Sancti Elpidii, ... [oltre] Et in eisdem plebibus Oratoria , quae monasteria dicuntur ... [oltre] Sancti Severi, et Sanctae Antiae in Amiterno, Sancti Ioannis Baptistae de Sancto Victorino, Sancti Leontii in Classina, Sancti Laurentii in Fano, Sancti ... in Nura, Sancti Mauri supra Castilione de Valle de Petra, Sancti Leopardi de Colle Fegati, Sancti Pauli de Cocotha ...» Michele Michaeli, Memorie Storiche della Città di Rieti e dei paesi circostanti, Rieti 1897-99, vol. II p.265-272, documento originale presso l'archivio della diocesi di Rieti.

 

Nel 1182 papa Lucio III nella sua bolla pontificia, oltre alla conferma dei confini della diocesi reatina, fece l'elenco delle chiese, parrocchie e monasteri 4, appartenenti alla stessa fra cui:

le parrocchie di «S.Mariae in Podio de Valle, S. Laurentij in Cartoro, S. Mariae in Cornio, S. Martini in [Turano], S. Stephani in Clavano» e i monasteri di «S. Leonardi in Selva, S. Anatoliae in Vilano, S. Leopardi et S. Anastasiae in Collefecati» (18).

Tra il 1252 e il 1253 venne compilato il Registro delle chiese della Diocesi di Rieti 5 nel quale, tra le altre, vennero mensionate le seguenti chiese:

«Sanctus Leopardus de Colle Fecato debet mediam procurationem et dicitur respondere monasterio de Florentillo in quibusdam, Sancto Martino, Sancta Maria de Vall(e) cum cappellis debet mediam procurationem, Sancta Cruce de Valle, Sancta Maria loci eiusdem, Sancto Thoma de Colle Fecato e Sancta Anastasia».

In questo documento vennero citate per la prima volta le chiese di Villerose, Santa Maria e Santa Croce della Valle. La chiesa di S. Maria «loci eiusdem» era invece la parrocchia di Poggio Valle. Da questo ducumento sembra che la «Valle», sottostante le Ville e il Poggio, dovette dare il nome sia al Poggio che alla chiesa di S. Maria della Valle (quest'ultima si trovava nella valle stessa) oltre forse alla stessa Ville, la cui parrocchia viene chiamata S. Croce della Valle. Sembra come se il termine Ville sia una deformazione del termine Valle o una fusione con quello di Villa, ma di certo, in questo documento, traspare un forte legame tra il Poggio e la Villa «loci eiusdem» cioè «stesso luogo».

4. Bolla di Lucio III determinante i confini della Diocesi Reatina: [confini della Diocesi:] «...inde per civitatem Forulae per viam de Ranuta per vallem Muscosam in montem Caprarium. Inde per Aquilam per furcam Flasonae per montem de Robella per Tabulam Cartonis Vulpem Mortuam in monte Lesa per pertusulum de Petra Sicca. Inde per montem de Cerru per roccam Salecis per Vallem Bonam per serram montis de Canemortuo. Inde per viam Porticam per vallem Manfrede per Tofum filij Arimanni ...» [oltre - elenco delle chiese:] «... S. Antimi in Classina, S. Juliani in Foce, S. Donati in Forcella, S. Mariae in Terria, S. Petri in Pretoro, S. Valentini in Palluca, S. Thomae in Villato, S. Petri de Rocca Cornu, S. Laurentij in Cartoro, S. Mariae in Cornio, S. Martini ..., S. Stephani in Clavano, S. Elpidii, S. Mariae in Podio de Valle, S. Andreae in Pesco Roccano, S. Pauli Rocchae Vitiani, S. Pastoris, S. Nicolai in Rivo Torto, S. Petri in Cana pinula, S. Mariae in Mareri ... [oltre] et in plebatibus earundem plebium, Oratoria quae monasteria dicuntur, ... [oltre] S. Antiae, et S.Severi in Amiceno, S. Ioannis de Tricalloso, S. Ioannis Baptistae de Sancto Vittorino, S. Mariae in Civitate, S. Hilarij in Racolo, S. Leonardi in Acato, S. Laurentij in Fano, S. Leontij in Clasiano, S. Matthei in Canno, S. Beroti, S. Silvestri in Pietrabattida, S. Mauri de Fano in Valle de Petra, S. Leonardi in Selva, S. Anatoliae in Vilano, S. Leopardi, et S. Anastasiae in Collefecati, S. Nicolai in Traponso, S. Mariae in Pesclo, S. Ioannis in Colle Mazeonis, S. Pauli de Cateca...» in M. MICHAELI, Memorie, vol. II p.265-272, documento originale presso l'archivio della diocesi di Rieti.

5. Elenco gentilmente inviatomi da Tersilio Leggio - Vincenzo DI FLAVIO, Elenco delle chiese della diocesi di Rieti del 1252 in Scritti per Isa, Raccolta di studi offerti a Isa Lori Sanfilippo, a cura di A. Mazzon, 2008, pagine 313-338 - V. DI FLAVIO, Il registro delle chiese della Diocesi di Rieti del 1398 nelle "Memorie" del vescovo Saverio Marini, 1779-1813, L.U. Japadre, 1989

 

 

L'impressione è che ci sia sempre una dualità: Poggiovalle e Ville, Torano e Grotti, Collefegato e Borgo, S.Stefano e Corvaro, Spedino e Latuschio, S. Anatolia e Cartore. Un po' come accadeva anticamente con il Pagus e il Vicus. Il pagus (poggio) posto in luogo di altura, arroccato e difeso da mura o palizzate, il vicus (villa) posto invece a valle, vicono ai campi, dove risiedevano gli agricoltori in tempo di pace. Prima del 1810 i paesi di Poggiovalle, Torano, Borgocollefegato, Corvaro, Spedino e S. Anatolia erano "università o comuni" a se stanti, in associazione ognuno con l'altra "villa". Quasi sempre, tranne per Torano e in parte per Poggiovalle, sembra come se i castelli, che anticamente erano più importanti, Collefegato, S.Stefano, Latuschio, Cartore, divennero poi secondari, magari forse, in seguito ad un terremoto con spostamento dal luogo distrutto al luogo secondario che poi divenne il principale o forse più semplicemente per merito della continuità del Regno di Napoli, poi detto Regno delle Due Sicilie, che durando complessivamente quasi 800 anni, dette più stabilità e pace al territorio e soprattutto la possibilità per gli abitanti di perdere le abitudini battagliere del passato e spostarsi a valle.

Borgo divenne principale a Collefegato, Corvaro a S. Stefano, Spedino a Latuschio, Sant'Anatolia a Cartore. Torano invece rimase sempre principale a Grotti. Poggiovalle, a differenza di tutti, sembra che ad un certo momento si sia distaccato da Ville, e quando Borgo divenne primario di Collefegato, anche Ville divenne secondario ad esso e si chiamò Ville Collefegato. Fu nel periodo napoleonico che le varie università vennero accorpate e Bogocollefegato divenne l'unico Comune. Probabilmente fu scelto Borgocollefegato proprio in quanto, avendo accorpato sia Collefegato che Ville, aveva un territorio più esteso o comunque di importanza maggiore. Ma andiamo avanti con I documenti.

Nel 1278 il re angioino concesse l'assenso al matrimonio del milite Guglielmo, signore di Collefegato, figlio del defunto Ugone Stacca, con Sibilia, figlia del milite Gentile, signore di Pesclo (Pescorocchiano). Testimoni furono i militi Ruggero conte di Celano et Pandolfo Grassi di Roma. La dote per il matrimonio fu di once 150. Nello stesso anno il re angioino confermò a Guillelmo Stacca i i castelli di Colle Fecato e di Tufo che erano già stati concessi al defunto padre Ugo in cambio di Castel Fiorentino in Capitanata (Puglia), per l'annuo valore once 60 6.

Nel 1279 tutti i conti, baroni e feudatari del Giustizierato d'Abruzzo dovettero passare la mostra dinanzi al giustiziere Brunello in Sulmona e Penne e furono registrati 7. Il 28 aprile del 1279 si presentarono:

  1. 6. «Assensus super matrimonio contrahendo inter Guillelmum Staccam tenentem ex dono "nostro" castrum Collis Fecati in Aprutio, et Sibiliam f. Gentilis de Pesclo, tenentis castrum Pescli, mil., nam constat de eorum fidelitate ad testimonium nob. Rogerii comitis Celani et Pandulfi Grassi de Urbe militum, cum dote unc. CL» (Reg. 1278 C, f. 108) - «Guillelmo de Stachis f. qd. Hugonis de Stachis mil. confirmat Rex castrum Collis Fecati, et de eo quod Curia habuit in castro Tufi in Aprutio, quod "concesseramus" dicto qd. Hugoni in excambium Florentini in Capitanata, pro annuo valore unc. LX» (Reg. 1278 C, f. 215) in Registri della Cancelleria Angioina, XXI, 1278-1279, presso l'Accademia, 1967, n. 438 e 470 - link

  2. 7. Domenico LUGINI, Memorie Storiche della Regione Equicola, ora Cicolano, Rieti 1907, p. 163-164

«Sinibaldo de Aquilano nuovo proprietario del Corvaro che fu valutato 1 feudo. Sibilia, moglie di Tommaso Ammone, per Castel Menardo, valutato 1/8 di feudo, e per Castel Maleto, valutato 2 once e 25 tareni. Guglielmo Stacca provenzale per Collefegato e Tufo valutati 2/3 di feudo. Un certo Giovannino si presentò come procuratore di Maria di Aquino per Marano che fu valutato 1/2 feudo. Il 10 maggio Stefano Colonna mandò come suo vicario Giovanni da Poggiovalle per i feudi che possedeva nel Cicolano, fra i quali Poggiovalle».

Qualche anno dopo, nel 1295, l'università di Colle Fegato chiese l'intervento delle autorità angioine contro Gentile di Pescorocchiano il quale aveva invaso il castello rubando beni e violentando donne 8.

Nel 1304 Nicola de Jamvila, giustiziere d'Abruzzo Ulteriore, poichè il castello di Marano era stato devastato da un incendio, con mandato Regio redatto in forma pubblica, autorizzò i suoi abitanti a dare assistenza alla Curia, devolvendo le imposte dovute per l'importo di once 6, tarini 7 e grana 11. Il mandato venne notificato dal notaio Angelo Raimondi Mattei di Collefegato 9.

Nel 1318, presso il casale di Sant'Elpidio, Gualtieruccio di Beraldo di Torri riceve la dote della futura nuora. Nel 1332 venne redatta una copia dell'atto, autenticata dal notaio, per autorità regia, Lelio di Giovanni di Montenegro di "burgum Collisficcati" 10.

Nel 1324 Ugo Stacca di Collefegato, probabile figlio di Guglielmo, vendette a Raimondo di Catania il suo castello di Poggiovalle, ed il re vi prestò il suo assenso 11.

Nella cronaca di Buccio di Ranallo (L'Aquila ca.1294-1363) venne citato più volte sia il castello di Collefegato che quello di Poggiovalle.

8. «Universitati Collis Fecati provisio contra Gentilem de Pesclo Bucclani invadentem dictum castrum et secum asportantem bona, mulieres violando» (Reg. 1292 E, f. 230 t.). in Matteo Camera, Annali dall'Origine e Fondazione della Monarchia fino a tutto il Regno dell'augusto sovrano Carlo III. Borbone, Napoli 1860, vol. II, p. 28 in Registri della Cancelleria Angioina, XXXXIII, 1292, 1996, n. 43 - link

9. «Olim Arca B. Fasciculus 54, n. 6. 1304, Decembris 8, Indictione 3, Caroli II. anno XX. in Burgo Collisficato. Petente Nicolao de Jamvilla Iustitiario Aprutii ulterioris, transumitur in formam publicam mandatum Regium, quo conceditur hominibus Terrae Marani solvere Curiae pro qualibet generali subventione uncias auri 6, et tarenos 7, et grana 11, ut olim consueverant, eo quod eorum castrum casu fuerat igne consumptum. Per Angelum Raymundi Matthaei Notarium Collisficati» - Syllabus Membranarum ad Regiae Siclae Archivium Pertinentium, Vl. II a Caroli II ad Roberti Regnum, Parte II, 1845, p. 120, n. 9 - link.

10. «dccclviii. 1318 gennaio 14. Presso il casale di Sant'Elpidio. Gualtieruccio di Beraldo di Torri riceve la dote della futura nuora. Notaio per autorità regia: Lelio di Giovanni di Montenegro di "burgum Collisficcati"». Copia autentica, 1332 marzo 14, «apud burgum Collisficcati», LVI, 174B. Orig., LIV, 174 in Vincenzo Federici, I Monasteri di Subiaco II. La biblioteca e l'archivio, Roma 1904.

11. D. LUGINI, Memorie, p. 168-169-170

 

Essi erano feudo di Fidanza d'Andrea di Mainardo del Poggio, la cui sorella Giovanna era andata in sposa ad un importante imprenditore abruzzese, Giacomo Gaglioffi, familiare del principe di Taranto, proveniente da San Vittorino (AQ). Fidanza aveva costruito a Poggiovalle un castello ritenuto il più bello della zona ma che venne devastato attorno al 1335 12.

Una tradizione, non documentabile, vuole che un signore del territorio aquilano, Fidanza, costretto dai nemici a fuggire dalla sua terra, riuni i suoi sudditi di Villa Leoparda, di Caseline, di Villa Tommasa e di Villa Valle, e, per sicurezza, iniziò a fabbricare il castello di Collefegato con mura, antemurali, e sette bastioni 13.

Nel 1337 in un libro sulla vita di Roberto d'Angiò si dice che lo stesso presentò al vescovo di Rieti il nuovo rettore della chiesa di S. Anastasia di Collefegato, al Capitolo di S. Giovanni in Laterano presentò il rettore della chiesa di S. Leopardo di Collefegato e al vescovo di Marsico presentò il rettore della chiesa di Santa Maria della Valle 14.

Nel 1338 Collefegato, definito «tranquillo castello di campagna», era ancora di proprietà di Fidanza 15.

Il 30 settembre 1371 Giuntarello di Poppleto era il signore dei castelli di Corvaro, Collefegato e Poggiovalle e alcuni anni dopo questi furono ereditati da Antonio suo figlio 16.

il 13 gennaio 1375, Giovanni de filiis Ursi, procuratore di Buccia de Pontibus, vendette ai fratelli Rainaldo e Giovanni Orsini, per l'importo di 3300 fiorini d'oro, la metà del castello di Pereto con i beni posti al suo interno. L'atto venne rogato dal notaio Lorenzo di Rainaldo di Collefecato 17.

  1. 12  Buccio di Ranallo, Cronache Aquilane, in Fonti per la storia d'Italia pubblicate dall'Istituto Storico Italiano, Roma 1907 - link

  2. 13  Giovanni MACERONI e Anna Maria TASSI, Collefegato, ediz. Nobili Sud, Cittaducale (Rieti) 1995 - link - Una lettera del 25 aprile 1335 recitava in questo modo: "Sane Fidancia Andree de Aquila, fidelis noster, nuper maiestati nostre supplicavit humiliter ut, cum ipse pro castro Collisficati, quod in ipsa tibi decreta provincia de novo feudo immediate et in capite a nostra curia tenet et possidet servicio trium militum, ad racionem videlicet de unciis pro quolibet integro servicio militari, pro anno quinte decime indictionis nuper elapse adohamentum debitum solverit nostris thesaurariis, sicut dicit, subventionem sibi ab hominibus dicti castri vassallis suis propterea fieri congruam iuxta facultates eorum et regni consuetudinem mandaremus, etc." Arch. di Stato di Napoli, Reg, Ang, CCXCVII, c. 137b

  3. 14  Massimiliano MURENA, Vita di Roberto Rè di Napoli, Napoli 1770 - link

  4. 15  D. LUGINI, Memorie, p. 179 - da CIRILLO, Annali Aquilani, lib. 3 - da BUCCIO RAINALDI, Cose dell'Aquila, stanza 592

  5. 16  D. LUGINI, Memorie, p. 284-185-186 - da CIARLANTI, Memorie del Sannio, lib. IV, cap. 25, p. 401 - da Matilde ODDO BONAFEDE, Storia popolare della città dell'Aquila degli Abruzzi, cap. XIII, p. 113,114, Lanciano 1889

  6. 17  Archivio Orsini - schede Presutti, vecchia colloc. II A V n 55, nuova colloc. II A 05 055 M; una trascrizione si trova in Archivio Orsini - schede Presutti, vecchia colloc. II A XXXVI pag 194, nuova colloc. 479 - link

 

Il 18 aprile 1382 venne emessa una Breve da Clemente VII, datata da Avignone, con la quale questi confermò a favore di Rinaldo Orsini, conte di Tagliacozzo, la provvisione conferita al medesimo da Giovanna regina di Sicilia, che aveva assegnato allo stesso Orsini in perpetuo 185 onze d'oro sopra le terre e i castelli del Regno. In conseguenza lo stesso Rinaldo poteva da per sé esigere detto assegno senza ricorrere all'opera dei giustizieri ed esattori o commissari del Regno 18, e poteva eseguire tutto ciò nelle università di

«Cappadocia, Bonriparo, Petra de Venusa, Auricola, Rocca de Cerra, Intramontes, Altum S. Marie, Castrum Vetus, Stanzanum, Talliacotioum, Collis et Luppa, Tufum, Celle, Petraficcha, Podium Siginulfi, Mons Falconum, Veretula, Civitas Carsoli, Roccha de Butte, Piretum, Barrum, Pestum Rotarium, Turris Catalli, Castrum de flumine, Maccla de Mone, Cucumellum, Palearia, Girofalci, Corbarium, Vallis Meleti, Castillionum et Podium de Valle, Collis Ficatum, Podium S. Iohannis et Roccha Ranisii».

Nella seconda metà del 1700 il vescovo Marini riportò, nei resoconti delle visite pastorali, una copia dell'elenco delle chiese della Diocesi di Rieti del 1398 19, con annotazioni di suo pugno, dove confermava o meno la sopravvivenza delle stesse e il loro stato di conservazione. Nel registro, tra le altre, erano mensionate le seguenti chiese (tra parentesi quadre le note del vescovo Marini):

  • S. Leopardus de Collefegato debet mediam procurationem et dicitur respondere monasterio de Florentillo cum quibusdam (cappellis) [Abbadia antica [...] Si veggono da un lato le vestigia dell'antico mon. Sta in mezzo ad una macchia vicino il Borgo di Collefegato]

  • S. Martino [ch. dir. nel tenimento di Borgocollefegato, che stava sopra un colle che si chiama Colle di S. Martino]

  • S. Maria de Vallibus cum cappellis debet mediam procurationem [Ch. tuttavia esistente nella pianura sotto le Ville - In una macchia]

  • S. Cruce de Villis [Parochiale delle Ville di Borgocollefegato - Ch. assai lurida e ruinosa.]

  • S. Maria loci eiusdem [Esisteva presso le Ville di Borgocolle-fegato, in oggi è diruta]

  • S. Thoma de Collefegato [E' tra Collefegato e il Corvaro - E' la ch. detta in oggi delle Grazie]

  • S. Anastasia tenetur respondere episcopio et non alii(s) [Parochiale di Borgocollefegato]».

    In questo registro, che è una copia aggiornata di quello del 1252-1253, vennero citate ancora le chiese di Villerose, Santa Maria della Valle e Santa Croce delle Ville.

18. Archivio Storico Capitolino - Pergamena - Segnatura: II.A.22,023 - Numero Catena: 1978 - Regesto De Cupis - anno 1382
19. Vincenzo Di Flavio "Il Registro delle chiese della Diocesi di Rieti del 1398" pag. 78- 81 - Questo elenco di chiese è stato estratto a sua volta da: "Memorie del Vescovo Saverio Marini" (1779-1813) in Archivio Vescovile di Rieti

 

Finalmente venne utilizzato il termine Ville invece che Valle. La chiesa di Santa Maria «loci eiusdem» è sempre la quella di Poggio Valle e non una fantomatica chiesa diruta posta presso le Ville di Borgocollefegato.

Verso il 1393 il Regno era passato sotto il dominio di Ladislao figlio di Carlo di Durazzo che costituì verso l'anno 1400 la Contea del Corvaro che comprendeva i castelli di Corvaro, di Collefegato, di Poggiovalle, di Castelmenardo, di parte del castello di Monte Odorisio, delle ville di Castiglione e di Valle Maleto e di altri feudi nella provincia dell'Aquila. Il primo feudatario investito di tale contea fu Bonomo di Poppleto, forse fratello di Antoniuccio di Giunta, a cui successe il figlio Piero.

Nel 1428 il pontefice Martino V fece una Bolla a Battista di Romandia di poter impiegare «in utilità e comodo de' pupili eredi del fu Bonomo Conti di Poppleto» 800 fiorini d'oro in soddisfazione di parte del prezzo di Castel Manardo e Mileto, venduti a detti pupilli da Antonio Colonna 20. Questo ebbe due figli: Gionata e Paola. Gionata morì senza prole e Paola divenne quindi contessa del Corvaro e ne ebbe l'investitura dalla regina Giovanna II nel 1434. Paola di Poppleto sposò Francesco Mareri, appartenente ad una potentissima famiglia del Cicolano, il quale, nominato a sua volta conte del Corvaro, ebbe da lei tre figli Filippo, Giovanni e Giulio 21.

Nel 1445, all'incoronazione del Re Alfonso, venne imposta a tutti i feudatari una nuova tassa sulle terre demaniali che essi possedevano nel regno di Napoli e vennero in questo modo riconfermati tutti i Baroni con i feudi a loro appartenuti 22. In quel tempo gli Orsini possedevano nelle nostre contee i seguenti territori:

«Auricola, Rocca de Bucchi, Collefecato, Castrum Mainardi, Teraco, Spidinum, Tagliacotium, Circum Collum, Petra de Venula, Cappadocium, Rocca de Cerro, Alto, Sancta Maria, Castrum Vetus, Scanzanum, Sanctus Donatus, Podium Filippi, Castellum Paleaiae, Maranum, Scolcura, Collis de Luppa, Colle, Barrochia, Piccetum, Albae, Cappella, Tarascum, Patuvium, Corvara, cum Magliano, Sancta Natolia, Succem, Avezzanum, Canistrum, La Meta, Civitas Antoia, Civitella, Castrum Caroli, Castrum de Flumine, Cose, Rocca de Supra, Girgutum, Rocca Randisiu, Podum Sancti Ioannis, Radicaria, Turris de Taglia, Capradosso».

  1. 20  E. CELANI, Le pergamene dell'archivio Sforza-Cesarini, in «Archivio della Società Romana di Storia Patria», vol. XV del 1892, p. 237

  2. 21  D. LUGINI, Memorie, p.202 - 204

  3. 22  D. LUGINI, Memorie, p. 244 - Arch. Vecchio di Napoli quint. I - Vincenzo ALOI, Dissertazione storico-diplomatica sopra le avventure della insigne regal Badia di S. Maria della Vittoria in Sculcola, Napoli 1768, pag.10 - T. BROGI, La Marsica, p. 284-285 - P. A. CORSIGNANI, Reggia Marsicana, tomo I, p. 307

 

Francesco Mareri, della stessa nobile famiglia che diede i natali a S. Filippa Mareri, da Ferdinando I d'Aragona, con conferma poi di Federico III, ottenne il privilegio di poter disporre ad arbitrio dei suoi feudi fra i suoi discendenti. Giovanni, il secondogenito, venne riconosciuto dal padre il più abile fra i suoi fratelli e, dopo il suo matrimonio avvenuto nel 1500 con la contessa Laura Cantelmi, gli furono riconosciuti in eredità la metà dei castelli di Collefegato e Poggiovalle ed altri beni.

L'altra metà dei castelli di Collefegato e Poggiovalle fu ereditata, il 4 dicembre del 1486, da Giulio Orsini figlio di Orso e confermata da re Ferdinando I d'Aragona 23. Alla morte di Giovanni i suoi feudi passarono al figlio Francesco e alla morte di Giulio i suoi passarono al fratello Franciotto.

Nel 1509 Matteo D'Afflitto (1448?-1523) scrisse la monografia «Decisiones Sacri Regii Consilii Neapolitani» 24 nella quale, al n. 396, venne citata una causa, del regio fisco, tra la contessa Mareri e il magnifico Giulio Orsini in merito ai feudi contestati di «Castris Collis ficati & Castri Poy de val».

Nel 1527, durante la guerra fra Francesco I re di Francia e l'imperatore Carlo V, Renzo di Ceri, a capo dell'esercito pontificio, invase l'Abruzzo e si impadronì di Tagliacozzo e di altri luoghi. Francesco e Franciotto combatterono sotto le bandiere di Carlo V ma, durante una delle battaglie contro Renzo, Franciotto rimase ucciso 25. I suoi beni furono ceduti dal vicerè di Napoli a Francesco ma questa donazione non fu valida poichè, non essendo stato avvertito l'imperatore, questi li aveva già donati a Giovan Giorgio Cesarini.

  1. 23  Erasmo RICCA, La Nobilità del regno delle due Sicilie, Napoli 1859, Vol. 1, Edizione 1, p. 478: «Poscia il medesimo Re Ferdinando col privilegio dato nella terra di Foggia il di 4 decembre del 1486 donò al suo Consigliere Giulio Orsino 5 la città di Ascoli il feudo di Fontanafura e le terre di Forino Castelnuovo Collefegato e Poggio di Valle in quella guisa che si possedevano dal mentovato Duca d'Ascoli Orso Orsino già defunto. "Advertentes (son parole del surriferito privilegio) adgrata plurimum fructuosa et accepta servitia que nobis prestitit Magnificus Vir Iulius de Ursinis Consiliarius noster fidelis dilectus hoc maxime bellorum turbine eiusmodique fuerunt: Quod status noster sine dubio stabilior factus est et que ab eodem in factum speramus de bono in melius continuatione laudabili eidem magnifico Iulio suisque heredibus et successoribus ex suo corpore legitime descendentibus natis jam et in antea nascituris in perpetuum Civitatem Asculj et pheudum fontane fure de provincia Capitanate nec non terram forinj et castellum novum provincie principatus Ultra castrum collis fecati et castrum podij de valle provincie aprutij cum casalibus etc. prout illas et illa melius et utilius tenebat et possidebat Illustri quondam Ursus de Ursinis Dux asculj tamquam rem nostram propriam et ad nos et curiam nostram legitime et pieno jure spectantem et pertinentem damus donamus tradimus atque concedimus etc."»

  2. 24  Matteo D'AFFLITTO, Decisiones Sacri Regii Consilii Neapolitani, Venezia 1557, Dec.CCCXCVI, p. 342r-344f - link1 - link

  3. 25  D. LUGINI, Memorie, p. 223

 

musei-vaticaniMusei vaticani - Galleria delle carte geografiche - Affresco del 1585 particolare

VILLEROSE - Dal 1150 al 1750

carta-abruzzo

Carta dell'Abruzzo Ulteriore del 1590 particolare

 

Francesco rimase quindi con la metà dei feudi che già posse- deva e l'imperatore, per scusarsi dello sgarbo, gli assegnò, quale ricompensa ai servigi resi, la somma di trecento ducati annui con la facoltà di prelevarli sui pagamenti fiscali del regno 26. Questi decise di prelevarli su quelli delle sue terre di Collefegato e Poggiovalle e su altre terre di Raiano e di Pentarsia. Da Francesco, morto verso l'anno 1573, i feudi passarono al figlio Giovanni Antonio che ne fu investito ufficialmente l'anno 1584.

L'ultimo dei Mareri, possessore di tale contea, fu Cesare che nel 1669 venne nominato, nella situazione fiscale del regno, come feudatario dell'Adoe di Collefegato e della metà di Poggiovalle 27.

Giovan Giorgio Cesarini figlio di Gabriele, gonfaloniere del popolo romano, nel 1530 era divenuto proprietario dell'altra metà dei feudi di Collefegato e Poggiovalle. Nel 1533 essi furono ereditati dal figlio Giuliano, procreato da Marzia di Guido Sforza, che in seguito, nel 1560 comprò da Lodovico Savelli la terra di Castelmenardo.

La famiglia Savelli era stata investita del feudo di Castelmenardo nel 1507 quando il re Ferdinando V re aveva dato l'assenzo alla donazione del castello da Fabrizio Colonna ad Antimo Savelli 28. Verso il 1520 l'imperatore Carlo V confermò il feudo a Lodovico Savelli per importanti servigi a lui resi.

Da Giuliano Cesarini e dalla moglie Giulia Colonna, nacque Gian Giorgio che nel 1565 ereditò i beni. Gian Giorgio sposò Clarice Farnese da cui ebbe un figlio di nome Giuliano che ereditò i beni nel 1585; Giuliano sposò Livia di Virginio Orsini duca di S. Gemini, da cui ebbe cinque figli: Alessandro, Ferdinando, Giangiorgio, Pietro e Virginio. Giuliano morì a Roma il 14 gennaio del 1613 29.

Nel 1561 venne eseguito il censimento della popolazione del regno di napoli 30 e per quanto riguarda la baronia di Collalto, a cui appartenevano Collefegato, Castelmenardo e Poggiovalle, la situazione era la seguente:

  1. 26  D. LUGINI, Memorie, p. 224 - 225, documento di cessazione da Franciotto a Francesco a pag. 434-437 - da De Lellis p.220 e da doc. vari del Regno (arch. dell'Aquila e di Napoli)

  2. 27  D. LUGINI, Memorie, p. 225 - 228

  3. 28  Biblioteca del Monastero di S. Scolastica di Subiaco - Archivio Colonna - Serie III

    BB - Busta 50 - Documento 49

  4. 29  D. LUGINI, Memorie, p. 228 - 229 - da G. TARCAGNOTA, Nuova situazione di Napoli, p. 375

  5. 30  Scipione MAZZELLA, Descrittione del Regno di Napoli, Napoli 1586, p.157 e segg. - Nel 1601 lo stesso autore pubblicherà una seconda edizione della Descrittione del Regno di Napoli dove riporterà la stessa numerazione dei fuochi del 1561

 

Numeratione dei fuochi nel censimento del 1561 nel Contado di Mareri e baronia di Collalto

Fuochi riportati

Abitanti stimati

Colle Fecato

99

535

Castello Minardo

85

459

Poio di valle

26

140

Nel 1585, presso gli attuali musei vaticani, venne dipinto un grande affresco che prese il nome di «Galleria delle carte geografiche» 31. Posto lungo l'itinerario che conduce alla Cappella Sistina, esso fu un'eccezionale rappresentazione di tutte le regioni dell'Italia e delle principali città del tempo, ed una testimonianza preziosa delle cognizioni geografiche cinque- centesche e dello stato dei luoghi in quell'epoca. Nella galleria, tra gli altri, venneto riportati i seguenti paesi: «Collefecato, Monardo, Le Grotte, Coll'arso, La Tuja, Turano, Spendino, Lo Cervaro, S. Anatoglia».

Il 1 maggio 1585, alla presenza di Giovanni Arrigoni, giudice capitolino, Clelia riferì la morte di Giovan Giorgio [Cesarini], avvenuta il 20 aprile. Era suo erede il figlio Giuliano di 13 anni. Ella volle esercitare l'usufrutto che le era garantito dal testamento ed esercitare la funzione di tutrice e di curatrice del figlio. Il giudice riconobbe la liceità della cosa e la nominò solennemente tutrice e curatrice. Clelia si impegnò a non passare a seconde nozze, ecc. Il notaio redasse un inventario dei beni immobili come richiesto dal testamento 32.

31 32

Galleria dell carte geografiche - Collefegato, Castelmenardo, Grotti, Collorso, Latuschio, Torano, Spedino, Corvaro, S. Anatolia - Link
ASR, Collegio dei notai, Curzio Saccocia, vol. 1564, anno 1585, cc. 298r-300v - in Patrizia Rosini, Casa Cesarini. Ricerche e documenti, Lulu 2016 - Link - [c. 299v] Junventariu(m) D(omini) Jo(hannis) Georgij Cesarini, Terra Civita-nove, Castru(m) nuncupatu(m) Monteforte, Civita Lavinia, Jenzano Ardea Fraxo, Ginestra, Torricella, Belmonte, Rocca sinibaldi, Stips, Una parte de Castel'Lione, Rocha Raccese [o Ravese] in Abruzzo, Torre de Jtalia [nei docc. succ. è detta Tutalia], Poggio s(an) Gio(vanni), Castel menardo con le sue Ville la meta de Collefegato pro indiviso con Si(gno)ri de Mazzeri [Marreri?] la meta de poggio de Valle ut sup(r)a la meta della Villa pur' de Collefegato pro indiviso ut sup(r)a cu(m) eoru(m) Jurib(us), Casale nuncupat(um) pian' de frasso, Bon' repozzo, fusignano, Caposelva, Campo de Carne, tre noni de un Casale detto de Consorti in Territorio de Ardia, la Cesarina, Casale con l'ostaria nominata [...] [c. 300r] sue pertinentie, il palazzo di Roma della solita habitatione dell'Ill(ustrissi)mi s(gnor)i Cesarini, il palazzo del Argentina con il giardino et sue pertinentie, il palazzo con quattro giardini et sua pertinentia a s(an)to Pietro in Vincula, una casa alli Cavalieri dove habita m(esser) Silla scultore, dua Casette alla stufa de Cavalieri che habita m(esser) Gio(vanni) Berlinzona, una casa in Campomarzo, dua casette vecino alla Mad(onn)a de Monti, la vigna de fiume con sue pertinenze in tutto circa a canne 27. con cinq(ue) case de vignaroli, un'cenzo de scudi 12 l'anno sopra una vecino a Morforio, una casa a canto alla chiesa de barbieri la tiene Marco mulattiero, un fenile alla Calcara vecino alle botteghe oscure, una stalla grande con fenile de sopra et stanze p(er) il m(ast)ro de stalla, una remessa de cochio a canto al giardino alla Arag(...)na, una casa dove se remette la paglia dreto al palazzo la

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Il 12 giugno 1585 Giuliano, con l’approvazione di Clelia, designò Camillo de’ Medici come suo procuratore presso il viceré di Napoli, per ottenere l’assenso a subentrare al padre nel possesso dei beni immobili situati nel regno di Napoli e per ottenerne l’investitura feudale 33. I beni in questione erano:

«Torre Tutalia, Rocca di Ranisio, Poggio San Giovanni, Castel Menardo e le parti a lui spettanti di Colle Fegato e Poggio di Valle».

Una carta topografica del 1590 34 rappresentante l'Abruzzo Ulteriore riporta tra gli altri i seguenti castelli e ville:

«Colle Fegato, Poggio di Valle, Corvara, Menardo, Turano».

Una carta topografica del 1620 35, di Giovanni Antonio Magini, rappresentante l'Abruzzo citra e ultra, riporta tra gli altri i seguenti castelli e ville:

«Vil. Col. Fec., Colle Fecato, Coll'Arso, Latusci, Le Grotte, Spendino, S. Anatoglia, C. Monardo, Turano».

Vennero riportati anche i toponimi «La Duchessa e Vellino» che non sono paesi ma montagne.

Nel 1632 venne disegnata da Fabio, figlio di Giovanni Antonio Magini, una carta topografica dell'Abruzzo Ulteriore Secondo 36 nella quale, tra gli altri, vennnero elencati i seguenti paesi:

«Collefegato, Menardo, Corvaro, Poggio di Valle, Turano».

Nell'aprile del 1635 Gianfrancesco Guidi di Bagno (Firenze, 1578 - Roma, 24 luglio 1641) venne nominato vescovo di Rieti. Lo stesso anno, nella «Descrittione della Città di Rieti» di Pompeo Angelotti 37, venne redatto il «Catalogo de Castelli diocesani soggetti al vescovado di Rieti» e tra le terre elencate vi furono:

  • del Signor Contestabile Colonna: Corbaro

  • del Signor Duca Cesarino : Castel Manardo

  • de Signori Cesarini e Marieri: Colle Fegato, Borgo di Colle Fegato,

    Villa di Colle Fegato, Spedino

  • del Signor Contestabile Colonna: Latusco, Turano, S. Anatolia, Cartorio

    Faculta de potere ricomprare la casa de Scipione Mancini quandocunq(ue) la faculta di potere recomperare dua case dal s(igno)re Tomaso de Cavallieri su la piazza de Cesarini dove habita m(ast)ro Vincenzo Cherichini et m(esser) Plinio speziale [...]

    1. 33  ASR, Collegio dei notai, Curzio Saccocia, vol. 1564, anno 1585, cc. 371v-373v - in Patrizia Rosini, Casa Cesarini, ricerche e documenti, Lulu 2016 - Link

    2. 34  Carta dell'Abruzzo Ulteriore del 1590 - Link

    3. 35  Carta dell'Abruzzo Citra ed Ultra di Giovanni Antonio Magini del 1620 - Link

    4. 36  Carta dell'Abruzzo Ultra di Fabio figlio di Giovanni Antonio Magini del 1632 - Link

    5. 37  Pompeo ANGELOTTI, Descrittione della città di Rieti, Roma 1635, p.118 e segg.

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Il 19 agosto del 1655 Carlo, figlio del defunto Bartolomeo di Antonio di Borgocollefegato, sposò a Roma, nel rione Campo Marzio, la vergine Giulia, figlia del defunto Nicola di Bernardino Nasica di Roma. I due sposini erano residenti a Roma nella stessa parrocchia 38.

Il 22 giugno del 1665, in una decisione della Sacra Rota di Roma 39, relativa ai Reatina Castrorum, viene citato Reatina beneficii Collefegati. Per capire il contesto andrebbe studiato meglio il documento.

Nel 1648 la situazione dei fuochi 40 nei paesi del circondario di Villerose era la seguente:

«Castel Minardo 50, Collefecato 50, Corvara 124, Latusco 19, Morano 30, Poio di Valle 12, Risciolo 121, Santo Natoglia 90, Spedino 12, Turano dell'Aquila 84».

Lo stesso anno venne calcolata la tassa che doveva essere pagata al Regno da parte dei feudatari, che, sempre nel nostro territorio erano:

«Cesare Marerio per la tassa di ducati 42.2.19, cioè duc. 13-16 1⁄2 per la mittà del Colle fecato, ducati 3-17 1⁄2 per la mittà di Poyo, e Valle, e duc. 26.1.5 per li ann. duc. 100 de fiscali feudali sopra dette terre, deve di adoho per anno d. 59.1.18 1⁄2 - d. 59.1.18 1⁄2».

  1. 38  Università degli Studi la Sapienza, Facoltà di Lettere e Filosofia, dottorando: Federico Maria Trastulli Appolloni Figliola - relatrice: Prof.ssa Silvia Danesi Squarzina, I registri parrochiali del rione Campo Marzio nel periodo 1650–1700: artisti e maestranze, XIX ciclo di dottorato, strumenti e metodi per la storia dell'arte, Roma 2006-2007, p. 411, f.46v - Link - 1655: Liber sextus Matrimoniorum Ecclesiae Parochialis S. Mariae de Populo Urbis incoeptus R. P. Hironymo Nicolio Romano Curato a die 23 octobris 1651 usque ad die 11 octobris 1674 [f. 46v] Die 19 Augusti 1655. Denunciationibus praemissis tribus continuis diebus festivis, quarum prima in Dominica XII 8, secunda in festo S.ti Laurentii 10, tertia in Dominica XIII post Pentecostem 15 huius, inter Missae Parochialis solemnia habita est, nulloque legitimo impedimento detecto, et insuper habita ad infrascripta omnia ab Ill.mo ac R.mo D. Vicesgerente in scriptis facultate sub dat. die 17 huius, quam [.] ego Frater Hieronymus Nicolius Romanus, Parochus huius ecclesiae S. Mariae de Populo Urbis, Carolum filium q. Bartholomaei de Antonio a Burgo Collis ficati Reatinae dioecesis, & Iuliam filiam q. Nicolai de Bernardino Nasica, Virginem Romanam, ambo habitantes in hac Parochia, hac mane, in hac eadem ecclesia, interrogavi: eorumque mutuo consensu habito, solemniter per verba de praesenti matrimonio coniunxi. Praesentibus Testibus notis Andrea Cephalasso Hortano, Joanne Francisco Caraffino Romano, habitantibus in hac eadem Parochia, et aliis permultis.

  2. 39  Paolo Rubei J.C. Romano, Sacrae Rotae Romanae decisionum recentiorum, ab anno MDCLXIII usque MDCLVI, Venezia 1716 , parte XIV recentiorum, R.P.D. BOURLEMONT, Reatina Castrorum, Luna 22 giugno 1665, Decisio CCCXLI, p.355 - Link

  3. 40  Don Indico Velez de Guevara, Nova Situatione de pagamenti fiscali de carlini 42 à foco delle Provincie del Regno di Napoli, & Adohi de Baroni, e Feudaratij, Napoli 1652.

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Carta dell'Abruzzo Citra ed Ultra del 1620 di Giovanni Antonio Magini particolare

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Carta dell'Abruzzo Ulteriore del 1632 di Fabio figlio di Giovanni Antonio Magini particolare

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L'altro feudatario che gestiva l'altra metà dei feudi era:

«Giuliano Cesarino, per la tassa di duc. 16.1.14 1⁄2, cioè d. 13 - 13 1⁄2 per la mittà di Collefecato, e duc. 3-17 1⁄2, per la mittà di Poggio, e Valle, deve di adoho per anno : d. 22.3.18 1⁄2, - d. 22.3.18 1⁄2»

Nel 1669 la situazione dei fuochi 41 nei paesi del circondario di Villerose era la seguente:

«Castel Minardo 67, Collefecato 63, Corvara del Conte 53, Latusco dishabitato, Marano 19, Poio de Valle 16, Risciolo 41, S. Natoglia 43, Spedino 13, Turano dell'Aquila 61».

Lo stesso anno venne calcolata la tassa che doveva essere pagata al Regno da parte dei feudatari, che, sempre nel nostro territorio erano:

«Giulio Cesarino per la tassa di d. 16.1.14 1⁄2 per la mettà di Collefecato, del Poyo & della Valle, deve d'adoho per anno d. 22.3.18 1⁄2 - 22.3.18 1⁄2».

l fuochi o focolari, non erano altro che i camini accesi nelle case, che rappresentavano l'unità di misura dei singoli nuclei familiari residenti nei paesi. A volte in un singolo fuoco erano però compresi oltre al campofamiglia, alla moglie e ai figli, i nonni, i fratelli, le sorelle e le zie non sposate, ecc.

In questi documenti, emerge ancora il termine Valle, usato per rappresentare le Ville. Nel documento la frazione di VALLE risulta avere un buon legame con Collefegato, per avere il feudatario in comune, e con Poggio. Con quest'ultimo aveva in comune, oltre al feudatario, anche il nome. Valle era quindi il nome più antico di Villerose. Probabilmente il paese all'inizio si trovava a Valle, forse sui resti di un'antica fattoria o villa romana ed è probabile che la chiesa principale fosse quella di S. Maria della Valle. Poi, con il graduale spostamento del paese verso l'alto, la chiesa principale era diventata S. Croce vecchia e poi, con lo spostamento successivo, S. Croce nuova.

Nel 1714 venne disegnata da Domenico De Rossi, una carta topografica dell'Abruzzo Citra et Ultra nella quale, tra gli altri, vennero elencati i seguenti paesi:

«Vil. Col. Fecato, Collefecato, C. Monardo, Coll'Arso, Le Grotte, Lo Cervaro, Spedino, Latusci, S. Anatoglia, Turano, La Duchessa 42».

Voci di Vettovaglie 1749-1754 43. Le voci di vettovaglie, sono dei documenti, compilati a metà del '700, con i quali i massari attestavano, con giuramento, i prezzi correnti dei principali generi alimentari, acquistati nei mercati dei loro paesi o, se assenti, in quelli delle cittadine più vicine.

  1. 41  Pietro Antonio De Aragona, Nova Situatione de pagamenti fiscali de carlini 42 à foco delle Provincie del Regno di Napoli, & Adohi de Baroni, e Feudaratij, Napoli 1670. Sulla Numerazioine di Fuochi del 1670 vedi anche: Biagio Aldimari, Raccolta di varie notitie historiche, ecc., Napoli 1675, che conferma la numerazione di P.A. De Aragona.

  2. 42  L'Abruzzo Citra et Ultra già delineato dal Magini e nuovamente ampliato secondo lo stato presente. Dato in luce da Domenico de Rossi, ecc. 1714 - Link

  3. 43  Archivio di Stato di Napoli - Regia Camera della Sommaria - Patrimonio - Voci di vettovaglie - Inventario

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I massari erano dei rappresentanti eletti dai cittadini, che il più delle volte erano analfabeti, e che facevano l'attestazione davanti ad un cancelliere. Questo poi consegnava il documento ai rappresentanti della Regia Camera della Sommaria del Regno, l'equivalente del Ministero dell'Economia e delle Finanze odierno.

Negli attestati dei paesi di Collefegato e Poggiovalle si trovano elencati i prezzi del grano, lenticchie, orzo, fave e olio. Le quantità sono calcolate nelle unità di misura dell'epoca, le "Salme" per i semi, le "Fogliette" per l'olio. I prezzi sono calcolati con la moneta d'uso del tempo, il carlino e la grana.

Nel documento relativo a Collefecato del 20 ottobre 1753 sembrerebbe che i massari che fecero l'attestazione, Pietro Paolo Conti e Giacomo Giordani, fossero di Villerose, e questo si presume in quanto gli stessi cognomi sono presenti nelle visite pastorali di Ville delllo stesso quel periodo.

I documenti relativi a Collefegato e Poggiovalle sono riportati integralmente nelle appendici.

Dizionario Geografico Istorico Fisico del 1795 44. Ed ecco un documento che cerca di chiarire la situazione, quasi indecifrabile, dei quattro paesi, la Valle cioè le Ville, il Colle cioè Collefegato, Poggio di Valle e Borgo Collefegato.

«BORGO COLLEFEGATO. Terra nella Provincia dell'Aquila, ed in Diocesi di Rieti in Regno, situata in luogo piano, d'aria sana, ed in distanza di venti miglia in circa dalla Città dell'Aquila, che si appartiene alle famiglie Curgo di Napoli, e Ciampella della Città dell'Aquila, con titolo di Ducato. Questa Terra è un aggregato di tre piccole Ville, appellate la prima Valle, la seconda Colle, e la terza Poggio di Valle non molto distanti l'una dall'altra. In questa Terra sono da notarsi soltanto quattro chiese Parrocchiali sotto l'invocazione di Sant'Anastasia, di Santa Croce, di Santa Maria della Neve, e di Santa Marta. I prodotti poi del suo terreno sono grani, granidindia, legumi, vini, e ghiande. Il numero finalmente de' suoi abitanti ascende a cinquecento trentaquattro sotto la cura spirituale di quattro Parrochi».

Le quattro parrocchie sono le seguenti attualmente esistenti nei quattro paesi:

  • S. Anastasia di Borgocollefegato

  • S. Croce di Villa Valle o Ville Collefegato

  • S. Maria della Neve di Collefegato (diroccata)

  • S. Maria di Poggiovalle scritta erroneamente S. Marta.

44 Francesco Sacco (abate), Dizionario Geografico-Istorico-Fisico del Regno di Napoli, Napoli 1795, vol. Tomo I, p. 122, voce Borgo Collefegato

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Carta topografica d'Abruzzo Citra et Ultra del 1714
già delineato dal Magini e nuovamente ampliato secondo lo stato presente.

Dato il luce da Domenico de Rossi - particolare

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Tavolette 1:126.000
La Carta del Regno di Napoli del 1808

foglio 3 - particolare

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Tavolette 1:103.680
Il Regno di Napoli, porzione della Provincia d'Abruzzo Ultra II, nel 1822

Sezione 3 Colonna II - particolare

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Tavolette 1:20.000 per la Carta del Regno di Napoli del 1851 n.5 foglio 20

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CAPITOLO II
LE VISITE PASTORALI DAL 1561 AL 1725

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Fin dalle origini la visita pastorale è ritenuta uno dei più importanti obblighi del ministero sacerdotale, a partire dalle testimonianze degli apostoli Pietro e Paolo. Attestata dal IV secolo, l’istituzionalizzazione dell’istituto giuridico della visita si ha nel VI secolo: per la prima volta un concilio provinciale, quello di Terragona del 516, dove venne formulato l’obbligo delle visite, con riferimento ad un'antica consuetudine, generalizzata un po’ ovunque, specialmente in Italia sotto il pontificato di Gregorio magno e in Francia. La disposizione del 516, ripetuta e meglio determinata dal concilio di Toledo del 633, verrà riproposta nel Decretum di Graziano del 1150 circa. Finalmente, dopo la conclusione del concilio di Trento (1545-1563), la Visita Pastorale divenne un dovere del vescovo, da effettuarsi obbligatoriamente ogni due anni. Fu un importante strumento di riforma ecclesiastica sia nei riguardi del clero che dei fedeli. La visita pastorale secondo il concilio intendeva soddisfare diversi scopi: in primo luogo indurre e proporre una dottrina pura e ortodossa, conservare una buona prassi di vita cristiana, animare i fedeli con esortazioni ed ammonimenti, stimolandoli alla religione, alla collaborazione sociale, alla purezza di vita, ecc. 45. Risale al 1549 il più antico resoconto conservato nell'archivio della diocesi di Rieti in quanto quelli precedenti, se ve ne furono, vennero distrutti da un incendio nella prima metà del 1500. La visita del 1549 riguardò soprattutto la città di Rieti e non passò per il nostro territorio, ma questa lacuna verrà colmata dopo appena dodici anni, nel 1561, con la visita del vescovo Giovanni Battista Osio.

Visita Osio 1561 46. Il 12 agosto del 1561 venne a far visita al nostro territorio il vescovo Giovanni Battista Osio. Egli era nato a Roma attorno al 1500 e morì a Spoleto il 12 novembre 1562. Fu Vescovo di Rieti dal 23.10.1555 al 12.11.1562.

Nel 1561 la chiesa parrocchiale di Ville Collefegato era intitolata alla Santa Croce e il suo rettore era il parroco don Mattero Prosperi di Collefegato. Sempre nel territorio di Ville vi era la chiesa rurale di S. Maria della Valle il cui rettore era don Giovanni Antonio Tiberi del castello di Torano. Siccome questa chiesa era un po' in abbandono il vescovo nominò dei santesi nella speranza che, con il frutto dei suoi beni, la potessero conservare e restaurare. I nuovi santesi furono Giovanni Domenico Berardi e Domenico Ciaboni di Villa Santa Maria.

  1. 45  Dizionario Storico Tematico La Chiesa in Italia - Volume I - Dalle Origini all'Unità Nazionale - Link

  2. 46  Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 2 - 1561 Visita Osio

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Visita Amulio 1564 47. Marco Antonio Da Mula, detto Amulio, nacque a Venezia il 12 febbraio 1506 e morì a Roma il 17 marzo 1572. Fu Vescovo di Rieti dal 23.11.1562 al 17.03.1572.

Il 10 novembre del 1564 venne a far visita nel nostro territorio e, nel descrivere la chiesa di S. Croce delle Ville, aggiunse in locum qui vulgo dì alle Ville. Ad appena tre anni di distanza dalla visita precedente don Matteo Prosperi non era più il parroco, forse era defunto e al suo posto era stato nominato don Troiano. La chiesa campestre di S. Maria della Valle invece era sempre retta da don Giovanni Antonio Tiberi del castello di Torano.

Visita Amulio 1570 48. Sei anni dopo, il 25 agosto del 1570, il vescovo Amulio tornò per una seconda visita e, dopo aver lasciato il villaggio di Nesce, pervenne al castello di Poggio di Valle dove visitò la chiesa parrocchiale di Santa Maria di cui era rettore don Michele Erasmo di Equicoli e che era di nuova costruzione.

In seguito si diresse verso la chiesa di S. Maria della Valle il cui rettore era sempre don Giovanni Antonio. La chiesa venne trovata aperta e semi-abbandonata. Le Capre e le pecore vi si rifuggiavano all'interno. II rettore non venne trovato in loco. La messa vi si celebrava raramente nonostante ci fossero degli obblighi. Il vescovo nominò allora due santesi con il compito di tenerla chiusa e di rimetterla in sesto. Vennero nominati il notaio Domenico Cergij e Pasquale Berardi con la facoltà e la potestà di percepire tutti i frutti dei benefici della chiesa, per farne qualsiasi uso ritenessero opportuno per la chiesa.

Visitò quindi la chiesa di S. Croce di Ville Collefecato il cui parroco era di nuovo cambiato. Il nuovo parroco era don Feliciano di Poggiovalle. Il vescovo visitò il santissimo Sacramento che era conservato in un ciborio in pietra, in una fenestrella di legno chiusa a chiave, dentro una vaschetta di legno posta in una custodia argentata. Davanti c'era l'altare che era consacrato ed a fianco un altro altare non consacrato. Il vescovo ordinò di rimuovere l'altare e il ciborio e di fare un unico altare maggiore da porre al centro della parete e in alto, nello stesso lato, di porre un decente tabernacolo dorato nel quale conservare il Santissimo Sacramento. Ordinò poi di porre un baldacchino sull'altare e davanti un pallio dorato e uno sgabello di legno. Ordinò di tenere sempre accesa la lampada davanti al santissmo sacramento e di fornire la chiesa di baldacchino e lanterna.

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Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 3 - 1564 Visita Amulio Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 15 - 1570 Visita Amulio

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C'erano altri tre altari non consacrati e senza invocazione. Il vescovo ordinò che l'altare posto al lato destro intitolato alla Santa Croce e venisse decentemente adornato con sgabello e altri paramenti, venisse dipinta una croce e vi si celebrasse messa tutti i venerdì. Il vescovo visitò il fonte battesimale che non fu trovato in stato ottimale. L'acqua benedetta si trovava in una caldarella di rame stagnata. Il vescovo descrisse come e in quale modo bisognava migliorare e ordinò di farlo nel termine di due mesi. Vide l'olio santo posto in un vasetto stagnato e ne lodò lo stato di conservazione ma ordinò di porlo in una fenestrella chiusa a chiave. Vide la forma del battesimo e si complimentò.

Vide tre corporali, tre camicie e tre pianete, due di seta e una di lino, molto decorose. Il vescovo ordinò di fornire il guardaroba di cintole. Ordinò di fornire la chiesa di ampolle di vetro e di non utilizzare più quelle stagnate. Vide tre tovaglie. Vide la croce di rame antica e ordinò di fornire la chiesa di turribulo, navicella e incensiere. Vide due candelabri di legno e la caldarella per l'acqua santa. Il campanile aveva una campana moderna e due antiche.

La parrocchia aveva 35 fuochi, per complessive anime 213. Tutti erano confessati e comunicati eccetto due che asserivano di essersi comunicati a Roma. Uno era Cristoforo Mario, l'altro Iacopo Fasciani delle Ville. Il vescovo ordinò di accertarsi sullo stato reale dei due, apponendo un avviso pubblico per dieci giorni sulla porta della chiesa. I frutti della chiesa consistevano in circa dieci salme all'anno di grano.

Il vescovo ordinò di creare due grandi pile mortuarie, una per gli uomini, l'altra per le mogli. Ordinò inoltre di sistemare le mura e il tetto nei pressi del campanile, di costruire un confessionale secondo l'uso romano, di redigere tre registri: uno per i battezzati, uno per i morti e luogo di sepoltura e uno per i matrimoni.

Visitò, nella stessa Villa, la chiesa de novo fabricata sotto l'invocazione di San Sebastiano. La trovò abbastanza ben adorna e, poichè si trovava in una posizione molto comoda, soprattutto nel periodo invernale, in quanto era facilmente raggiungibile dagli uomini delle Ville, il vescovo concesse loro di tenere sopra l'altare il santissimo Sacramento. Prima di farlo però i parrocchiani dovevano costruire un tabernacolo dorato per contenerlo, da porre in detta chiesa nella stagione invernale e, di fronte ad esso, di tenere sempre accesa la lampada. L'altare era coperto con una tovaglia.

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Visita Camaiani 1574 49. Pietro Camaiani, Nunzio apostolico, nacque ad Arezzo il 1 giugno 1519 e Morì ad Ascoli il 27 luglio 1579. Fu Vescovo di Fiesole (1552-1566) e di Ascoli Piceno (1566-1579).

Il 12 maggio del 1574 venne a far la visita nel nostro territorio e iniziò dal beneficio semplice di San Sebastiano in Villis Collisfecati che era stato unito alla chiesa parrocchiale di Santa Croce posta anch'essa nel territorio delle Ville.

La chiesa di San Sebastiano non venne approvata dal vescovo in quanto le pareti dovevano essere completate con l'intonaco e rese bianche, i laterizi del pavimento spianati, e la chiesa doveva essere costantemente tenuta chiusa a chiave. L'altare doveva essere provvisto di altare portatile, di pallio e di ogni necessario.

Lo stesso giorno il vescovo visitò la chiesa parrocchiale di Santa Croce posta nella suddetta Villis la cui struttura non venne approvata in quanto il tetto doveva essere completamente risistemato nelle tavole e pianelle, le pareti reintonacate e imbiancate e liberate dall'umidità. I laterizi del pavimento dovevano essere ripianati. Erano state costruite in essa delle tombe per seppellire i cadaveri dei defunti ma i lavori non erano finiti, tanto che il vescovo intimò il termine di tutto entro il mese successivo, per rendere possibile inumare i morti, sotto pena di scomunica. Il vescovo ordinò di apporvi un tabernacolo con dentro della seta di colore rosso, tutto sotto pena di dieci scudi da applicarsi dal Seminario Reatino.

Anche il Sacro fonte battesimale non fu approvato, in quanto al più presto doveva essere data una mano di pittura. L'altare doveva essere incrementato e fornito dei debiti requisiti e lo stesso doveva essere fatto per l'altro altare. Rispetto ai paramenti, agli ornamenti e al resto non vi fu nulla da ridire fatta eccezione per la casula di colore viola con stola e manipolo che, se non è di seta, almeno doveva essere di doppletto flandrico, il pallio doveva essere dipinto di rosso, il sacro calice dorato e la chiesa provvista di altare portatile e di confessionale.

Il rettore era don Feliciano De Amicis di Poggiovalle provvisto di nomina datata 7 settembre 1569. Egli aveva un reddito annuo di otto salme di frumento e aveva in cura 35 famiglie di parrocchiani. Il vescovo diede otto mesi di tempo per eseguire tutti i suoi ordini.

49 Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 4 - 1574 Visita Camaiani 34 © Creative Commons Roberto Tupone

Nella parrocchia vi era una confraternita del Corpo di Cristo che non aveva alcun reddito.

Lo stesso giorno il vescovo visitò il beneficio semplice di S. Maria della Valle posta nel territorio di Collefegato e la cui struttura non venne approvata in quanto le pareti andavano reintonacate ed imbiancate, la fenestra posta nella parete dell'altare era chiusa.

C'erano alcuni vecchi dipinti indecorosi. In essa era stato acceso il fuoco e le ceneri si erano riversate in tutto il luogo sacro. L'altare aveva bisogno di un nuovo affresco e di essere fornito di candelabri e di croci. Doveva essere impedito di accendervi il fuoco. Bisognava colorare di bianco la Casula e, quanto alla Stola e al Manipolo, essi se non erano di seta, almeno dovevano essere di Flandrico dopletto. Il rettore era don Giovanni Antonio Tiberi, provvisto delle carte che lo attestavano. Egli percepiva annualmente cinque salme di frumento e aveva l'onere di celebrare due messe ogni settimana, e una nel giorno della festività della gloriosa vergine.

Visita Bargellini 1577 50. Costantino Bargellini o Barzellini, nobile bolognese e frate dei conventuali, nacque a Bologna nella prima metà del '500 e morì a Foligno il 29 dicembre 1585. Fu Vescovo di Rieti dal 30.08.1574 al 09.04.1584, fu poi Vescovo di Foligno. Il 25 giugno 1577 venne a visitare le chiese di Villerose ma la situazione era di poco cambiata. Nella chiesa di S. Maria de Valle, beneficium rurale, il rettore che era diventato don Giovanni Antonio di Notaio Mario di Torano, mentre nell'Ecclesiam Parrochalem Sancti Crucis de Villa Collefecati il parroco era sempre don Feliciano De Amicis di Poggiovalle.

In quello stesso anno ci fu una vertenza tra il parroco delle Ville, Reverendum don Foelitianum, contro un certo Franciscum Ausonij di Collis fecati, relativa all'usufrutto di una stalla 51.

Visita Bargellini 1581 52. Il 29 aprile 1581 il vescovo Bargellini venne di nuovo a visitare le chiese di Villerose. Le chiese di San Sebastiano e quella di S. Croce erano sempre rette da don Feliciano De Amicis di Poggiovalle e la chiesa di S. Maria de Valle, da don Giovanni Antonio Tiberi di Torano 53.

  1. 50  Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 5 - 1577 Visita Bargellini

  2. 51  Francesco Vivio Aquilano, Syluae Communium opinionum doctorum vtriusque censurae, in tres libros distinctae, ecc., opinio DCCCXXX, p. 322, L'Aquila 1582 - "il

    patrizio aquilano Francesco Vivio" era "Juris consulto ab Aquila" - Link

  3. 52  Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 5 - 1581 Visita Bargellini

  4. 53  Forse don Giovanni Antonio Tiberi e don Giovanni Antonio di Notaio Mario

    ambedue di Torano erano la medesima persona oppure la somiglianza del nome confuse il vescovo e in questa visita il vero rettore era il secondo.

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Nella chiesa di S. Sebastiano vi era un unico altare ben adorno e coperto da una tovaglia bianca. Il vescovo ordinò di riverniciare la base della croce e di pulire la chiesa dall'immondizia che si era accumulata.

In seguito andò a visitare la chiesa parrocchiale di S. Croce di Villa Collis fecati. Visitò la santissima eucarestia posta in una pixide argentata e in una vascula di legno dorato il tutto dentro una fenestella incassata nel muro. Il vescovo si ritenne soddisfatto di come era mantenuta.

Vi era anche un tabernacolo dorato costruito appositamente per dar la possibilità agli abitanti di trasferire il santissimo sacramento presso la nuova chiesa di S. Sebastiano che era posizionata in un luogo più comodo e protetto. Il vescovo visitò il fonte battesimale e l'olio santo lodandone lo stato in cui era tenuto.

Ordinò di porre un coperchio da tenere chiuso a chiave. Vide che tra i paramenti della chiesa c'erano tre casule di seta, con stola e manipolo, camice, tovaglie e parati. C'erano anche i corporali e i purificatori. Tutto era ben adorno e pulito. C'erano due altari ben adorni. Alcune parti del pavimento erano da livellare.

La chiesa di S. Maria della valle era sempre nello stesso stato. Il vescovo ordinò di porre sull'altare una croce anche di legno e di riaffrescarlo e ripararlo. I laterizi del pavimento erano sconnessi, le pareti rovinate dall'umidità andavano reintonacate e imbianca- te. Le tavole del tetto da sistemare.

La statua di legno era rotta. Il rettore aveva l'obbligo di celebrare messa durante le festività della Beata Maria Vergine e nel periodo della quaresima, oltre all'obbligo di una messa al mese nel resto dell'anno. Il vescovo ordinò al sacerdote di adempiere all'impegno dovuto.

Visita Bargellini 1582 54. Il 7 gennaio 1582 cì fu la terza visita pastorale del vescovo Costantino Bargellini a Ville. La situazione era più o meno invariata. Il vescovo ordinò al parroco di tenere un grande libro dove registrare i matrimoni, i battesimi e i morti.

Visita Segni 1585 55. Giulio Cesare Segni, figlio di Francesco, Senatore di Roma nel 1580, nacque a Bologna nel '500 e morì a Rieti il 27 marzo 1621. Vescovo di Rieti dal 27.08.1584 al 16.06.1603, il primo agosto del 1585 venne a far visita alle chiese delle Ville dove trovò una situazione più o meno invariata.

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Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 5 - 1582 Visita Bargellini Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 5 - 1585 Visita Segni

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Il vescovo visitò dapprima la chiesa posta all'interno del paese, che manteneva il nome di S. Sebastiano ma che era unita alla parrocchia di S. Croce, di cui ne faceva le veci nei periodi più freddi.

Poi si recò nella parrocchia di S. Croce. Ambedue le chiese erano in cura a don Feliziano mentre la chiesa di S. Maria della Valle, che il vescovo visitò per ultima, era retta da Giovanni Antonio di Notaro Mario di Torano (Jv. Ant.o not.i Marij de Turano). Il vescovo relazionò sulle chiese ed emanò i decreti necessari.

In un elenco delle chiese della diocesi di Rieti del 1587 56 risulta che alle VILLE esisteva ancora la chiesa di S. Croce curato, parroco don Felitiano Amici dal Poggio di Valle, S. Sebastiano unito a detta chiesa, S. Maria di Valle semplice retta da don Joannis Antonii di Notari Martini da Turano, S. Maria dentro al Poggio curato, parroco don Michele Erasmo dal Poggio e La cappella di S. Giovanni Battista, rettore don Felitiano Amici di Poggio di Valle.

In questo elenco il vescovo Malvaglia inserì le chiese di Poggiovalle all'interno dell'elenco delle chiese di Ville, e questo conferma l'antica unione tra le due frazioni che presero il nome dalla valle posta al di sotto dei due paesi.

Visita Segni 1589 57. Il 2 giugno del 1589 il vescovo Segni venne per la seconda volta nel nostro territorio. Don Feliziano era morto e da poco tempo si era insediato il nuovo parroco don Claudio Catini di Collefegato. Il rettore della chiesa di S. Maria della Valle era invece don Giovanni Antonio Tiberi di Torano. Per il resto la situazione rimase più o meno invariata.

Visita Crescenzi 1613 58. Pier Paolo Crescenzi, figlio di Virgilio Crescenzi, nacque nello Stato Pontificio nel 1572 e morì a Roma il 19 febbraio 1645. Fu Vescovo di Rieti dal 04.07.1612 al 17.03.1621.

L'11 ottobre del 1613 giunse alle Ville dove visitò la chiesa di Santa Croce nuova e la chiesa di Santa Maria della Valle.

La prima non era altro che la chiesa di S. Sebastiano a cui era stato cambiato il nome. Costruita nel quinquennio 1565-1570, la forte pressione da parte dei cittadini aveva spinto il parroco a spostarvi le funzioni parrocchiali in quanto era molto più centrale e comoda, soprattutto l'inverno, dato che quella di Santa Croce "vecchia" era piuttosto decentrata. San Sebastiano divenne quindi, almeno per il vescovo Crescenzi, la chiesa parrocchiale di S. Croce nuova.

  1. 56  Nota delle chiese sottoposte al Vescovato di Riete estratta dalla visita di Ms. Malvaglia visitat. ... aplico dell'Umbria nell'anno 1587 esist. nel Vaticano Archivio Diploma - Estratto da: A.V.R. Cart. 50 Visita Marini Anno: 1783-1788 "Visita città Montereale, Scai & Cicolano" (pag. 112 -114)

  2. 57  Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 5 - 1589 Visita Segni

  3. 58  Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 7 - 1613 Visita Crescenzi

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La parrocchia era unita provvisoriamente alla chiesa di Santa Anastasia di Collefegato e il curatore per ambedue le chiese era don Vincenzo Chirici (o Chericus). La chiesa di Sancta Maria de Valle era retta invece da don Rutilio Silvestronio di Leofreni. Subito dopo il vescovo passò a Poggiovalle dove visitò la chiesa parrocchiale di Sancte Marie de Villa Podij Vallis una ulteriore conferma che Ville, Valle e Poggio di Valle anticamente fossero parte di un unicum. Il rettore della chiesa del Poggio era don Alessandro Nardini.

Visita Toschi 1627 59. Giovanni Battista Toschi, nacque a Roma nella seconda metà del '500 e morì a Spoleto il 13 dicembre 1633. Fu Vescovo di Rieti dal 29.03.1621 al 13.12.1633. Il 25 settembre 1627 venne a far visita alle Ville. Fu una visita breve, il segretario del vescovo prese degli appunti che poi avrebbe dovuto riportare in bella ma che rimasero così, quasi illeggibili.

Quel che si capisce è che la chiesa di S. Maria della Valle era sempre retta da don Silvestronio e che la chiesa di S. Croce era unita a quella di S. Sebastiano ed erano rette dal reverendo don Giardini o Giordani.

Visita Bolognetti 1642 60. Figlio di Giovanni Battista e di Cassandra Del Cavaliere, Giorgio Bolognetti nacque a Roma il 22 dicembre 1595 e ivi morì il 7 gennaio 1686. Fu Vescovo di Rieti dal 28.02.1639 al 1660.

Il 29 settembre del 1642 il nuovo vescovo venne alle Ville dove visitò la chiesa parrocchiale di S. Crucis in Villis di Suburbij la quale era unita a quella di S. Anastasia di Borgo e il cui rettore era don Favolino di Borgo. Il fatto che le Ville vengono dette del Borgo invece che di Collefegato, fa intendete che il Borgo ormai aveva prevalso sia su Poggiovalle che sul castello di Collefegato. Ville sembra essere diventata definitivamente parte del suo territorio. La parrocchia di Santa Croce aveva in cura focularia 25 corrispondente ad anime 170. Aveva un reddito di 5 salme di grano e 15 barili di vino (?).

In vescovo visitò il santissimo Sacramento che trovò riposto in una pisside dorata. poi visitò il resto della chiesa e fece i decreti. Vi era l'altare maggiore, l'altare del S. Rosario che era stato eretto il 13 giugno 1607, l'altare della beata vergine del Carmelo amministrato dal padre Paolo Ricci di Ville, l'altare del santo Crocifisso, ecc.

59 60

Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 8 - 1627 Visita Toschi Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 10 - 1642 Visita Bolognetti

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Il 2 ottobre, dopo aver visitato altre chiese del circondario fece il sopralluogo anche nella chiesa di S. Maria della Valle che era sempre amministrata da don Silvestronio di Leofreni. Il testo del resoconto molto più lungo, è scritto con calligrafia poco chiara e andrebbe approfondito meglio ma più o meno si ripetono sempre le stesse cose dei resoconti precedenti.

Visita Vecchiarelli 1663 61. Odoardo Vecchiarelli nacque a Rieti nel 1613 dove morì il 31 luglio 166. Fu Vescovo di Rieti dal 5 maggio 1660 al 31 luglio 1667.

Il 21 settembre 1663 venne a visitare la chiesa di S. Maria della Valle, posta nel territorio i Ville. Vi era un beneficio semplice, ritenuto da don Giovanni Canonico di Poggiovalle, con l'onere di una messa alla settimana durante l'anno, di una messa durante la festività della Beata Maria Vergine e di due messe nella settimana di quaresima. Questo onere veniva soddisfatto da don Pasquale Angelini, canonico parroco di Ville Collefegato.

Poi il vescovo visitò la chiesa di S. Croce extra Villas posta nel territorio di Ville Collefegato nella quale precedentemente veniva esercitata la cura delle anume la quale cura in seguito, per comodità della popolazione, passò nell'altra chiesa posta intus dicta Villas. In questa chiesa vi è una porta di legno che rimane sempre aperta. Il vescovo ordino di riparare la serratura della porta e di tenerla sempre chiusa a chiave per evitare furti e degrado.

Finalmente il vescovo giunse nella nuova chiesa parrocchiale di S. Croce. Il parroco, come già detto, era don Pasquale Angelini canonico di Borgocollefegato. Venne visitato il santissimo Sacramento che era ben conservato e per il quale il vescovo ebbe poco da ridire. Le sacre reliquie erano ben conservate in un reliquiario posto in una credenza posta nella chiesa nei pressi dell'altare maggiore. Visitò il fonte battesimale e ordinò di porre l'olio santo in una fenestella e nella stessa porre anche l'olio degli infermi e di tenerla chiusa a chiave.

L'altare maggiore era complessivamente ben tenuto e adorno. Il santissimo Sacramento possedeva un pezzo di terra che rendeva una coppa di frumento. Con la sua vendita veniva mantenuta la lampada sempre accesa, veniva acquistata la cera e veniva curato l'altare. L'altare del Santissimo Rosario era curato da una omonima confraternita.

61 Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 10 - 1642 Visita Bolognetti

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L'altare possedeva un pezzo di terra con i frutti del quale, se necessario veniva restaurato, adornato e venivano pagate delle messe al parroco.

Il vescovò ordino fornire l'altare di una sgabello, dei candelabri, di carta gloria, di un crocifisso e della carta dell'ultimo vangelo.

L'altare della Beata Maria del Monte Camelo era di proprietà della famiglia De Piis e possedeva un legato consistente di un po' di pezzi di terra donati da Ersilia di Pietro, i quali beni davano un reddito di quattro coppe di frumento con l'onere di una messa al mese. Il vescovo ordinò di fornirlo dello sgabello, dei candelabri, di una nuova carta gloria e degli ultimi vangeli.

L'altare del Crocifisso era di proprietà della famiglia Cannone e aveva bisogno di tutto il necessario. Il vescovo ordinò di fornirla del necessario entro sei mesi e, in caso contrario, di demolire l'altare.

Nel Confessionale il vescovo appose la Bolla Coena Domini. Riguardo alle suppellettili sacre constatò che erano di qualità soddisfaciente. A seguire fece la ricognizione dei libri parrocchiali. Riguardo al corpo della chiesa, ordinò di riparare delle impannate.

Visita Vicentini 1673 62. Ippolito Vicentini nacque a Rieti il 18 giugno 1638 dove morì il 20 giugno 1702. Fu Vescovo di Rieti dal 22/12/1670 al 20/06/1702. Il 4 giugno del 1673 venne a fare la visita pastorale alla Villa Villas Suburbij Collis Fecati.

Trovò che la parrocchia di S. Croce era retta dal parroco don Pasquale Angelini. Questi aveva in cura focularia 30, animas vero 170. Il vescovo visitò il fonte battesimale, l'olio santo, l'altare maggiore, tutto ben tenuto.

Vi era una confraternita dedicata al Santissimo Sacramento che veniva amministrata per procurazione, dietro elezione che veniva rinnovata tutti gli anni, dal parroco. La confraternita aveva beni che rendevano complessivamente circa due scudi.

Fu chiesto al parroco di fornire l'altare di manipolo, turibulo, ecc. Anche l'altare del Santo Rosario era ben tenuto, il vescovo ordinò di fornirlo sia di tela cerata che di pietra sacra. Anche per questo altare c'era una confraternita che lo curava e che provvedeva a fornirlo del necessario utilizzando i redditi derivanti da un pezzo di terra e dalla raccolta di elemosine.

62 Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 13 - 1673 Visita Vicentini 40 © Creative Commons Roberto Tupone

L'altare della beata Maria del Monte Carmelo (Madonna del Carmine) era ben tenuto ma il vescovo chiese di porre anche in questo altare la piatra sacra e la tela cerata. Era di jus patronato della famiglia de Ricci, e Pietro Paolo Ricci aveva assegnato ad esso come dote un pezzo di terra.

L'altare del santo Crocifisso, una volta chiamato di San Sebastiano, era carente dei requisiti. Per questo il vescovo chiese di demolirlo, ma Mattheo Alexandri de Canonibus asserì che l'altare fosse di proprietà della sua famiglia. Durante la visita del vescovo si presentò un certo Giovanni Cicconi delle Ville che fece proposta di creare un nuovo altare in onore di S. Salvatore. Il vescovo visitò il confessionale che trovò ben sistemato. Il vescovo ordinò di fornire la chiesa di Pisside per poter portare il santissimo sacramento agli infermi.

Terminata la visita alla parrocchia andò a fare il sopralluogo alla chiesa di S. Croce posta fuori dall'abitato. Essa era ancora la parrocchia di Ville e aveva un unico altare. Il vescovo ordinò di fornirla di tutto il necessario per poter celebrare messa. Avendo alcune tegole rotte, il vescovo ordinò di risistemare il tetto per difendere la chiesa dall'umidità e, allo stesso modo, di riparare e livellare il pavimento sconnesso. Ordinò di porre una nuova porta d'ingresso con serratura e di chiuderla sempre a chiave.

Visitò poi la chiesa di S. Maria della Valle nella quale vi era un beneficio semplice possesso dal clerico Giovanni Canoni di Poggio Valle. La chiesa era unita a quella di S. Maria Pestroce in territorio di Torre di Taglio ed aveva un reddito di 25 grana con l'onere di celebrare una messa oggni settimana e un'altra messa durante le festività della Vergine Maria e due messe durante la settimana della quaresima. L'altare doveva essere fornito di ogni necessario e la chiesa riparata in alcune parti. Essa doveva essere stuccata e imbiancata e tenuta sempre chiusa a chiave.

Visita Vicentini 1686 63. Il 21 giugno del 1686 il vescovo Vicentini tornò alle Ville. Visitò la chiesa di S. Maria della Valle che era sempre retta da don Giovanni Canonico di Poggio di Valle e unita alla chiesa di S. Maria Pestroce che si trovava nel territorio di Torre di Taglio. Il vescovo chiese di fornire l'altare principale dei requisiti necessari alla celebrazione e della tela cerata per coprire la pietra sacra. Andando poi verso le Ville visitò la chiesa di S. Croce extra Villa Villam que prius erat Parochialis.

63 Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 13 - 1686 Visita Vicentini VILLEROSE - Dal 1150 al 1750 © Creative Commons 41

Andò quindi a Ville di Collefegato dove visitò la Parochialis ecclesia S. Crucis infra Villa Villam di cui era rettore il reverendo don Pasquale Angelino. Il parroco aveva in cura focularia 28 animas vero 150 e aveva un reddito di scudi 15. Dopo aver fatto l'assoluzione ai defunti, il vescovo volle vedere il santissimo Sacramento e rimase soddisfatto di come era conservato.

Quindi vide le sacre reliquie ben conservate in un armadio chiuso e il fonte battesimale e l'olio santo che trovò bene tenute. Per quanto riguarda l'altare maggiore, esso era curato da una confraternita che, con i frutti dei suoi beni, consistenti in una coppa di frumento e nelle elemosine dei fedeli, lo mantuteneva e lo adornava.

L'altare del Santissimo Rosario era ben fornito, ma mancava del lavabo e della tela cerata da apporre sopra la pietra sacra. Anche sull'altare della beata Maria del Monte Carmelo doveva essere posta la tela cerata. Questo altare era della famiglia de Riccis in quanto Paolo Ricci assegnò ad esso un pezzo di terra per celebrare alcune messe.

Rispetto all'altare del Santissmo Crocifisso il vescovo rinnovò i precedenti decreti. L'altare del Santissimo Salvatore era stato costruito di recente dalla famiglia dei Cicconi ma era ancora sprovvisto di pietra sacra, lavabo e dell'inprincipio.

Visita Guinigi 1712 64. Bernardinio Guinigi, di nobile famiglia lucchese, nacque a Camaiore (LU) il 26 novembre 1663 e morì a Lucca il 13 gennaio 1729. Fu Vescovo di Rieti dal 01.06.1711 al 20.12.1723 e poi Vescovo di Lucca. Il 19 settembre del 1712 venne a fare la visita pastorale e il suo resoconto è riportato integralmente nelle appendici.

Nella visita di Guingi viene confermato che a Villa di Collefegato anticamente c'erano tre chiese: la parrocchia di Santa Croce che si trovava fuori dalle mura, la chiesa di S. Sebastiano che si trovava dentro le mura e la chiesa di S. Maria in Valle, rurale. La chiesa di Santa Croce fuori le mura era la parrocchia, ma essendo posizionata fuori dal paese, venne unita alla chiesa di S. Sebastiano che si trovava all'interno del paese. Poi, prima del 1712, alla chiesa di San Sebastiano venne cambiato il nome con quello di S. Croce e divenne essa la parrocchiale. Villecollefegato sembra che fosse più legata a Poggiovalle che a Borgo o Collefegato. La chiesa di S. Maria in Valle sembra fosse nel tenimento sia di Poggiovalle che di Ville.

Bernardino Guinigi fece consegnare ai parroci un questionario nel quale erano stampate cinquantasette domande alle quali essi dovevano rispondere per iscritto. Poi, al termine del questionario, veniva chiesto al parroco lo stato delle anime, sia del clero che dei laici, e il numero degli abitanti.

64 Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 17 - 1712 Visita Guinigi 42 © Creative Commons Roberto Tupone

Visita Guinigi 1721 65. Il 13 maggio del 1721 venne a fare la sua seconda visita pastorale il Vescovo Guinigi e la visita è riportata integralmente a seguire nelle appendici.

Visita Camarda 1725 66. Antonio Serafino Camarda, di nobile famiglia, nacque a Messina l'8 ottobre 1674 e morì a Rieti il 24 maggio 1754. Fu eletto Vescovo di Rieti il 12.06.1724 ed ebbe l'incarico fino alla morte. Il 13 settembre del 1725 venne a fare la visita pastorale al nostro territorio e anche lui fece consegnare ai parroci lo stesso questionario del Guinigi nel quale erano stampate le cinquantasette domande alle quali il parroco rispose con diligenza. Le risposte del parroco di Villerose sono riportate nelle appendici.

  1. 65  Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 22 - 1721 Visita Guinigi

  2. 66  Archivio della diocesi di Rieti - Visite pastorali - Cartella n. 23 - 1725 Visita

    Camarda

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La pagina di S. Croce delle Ville nella visita del vescovo Guinigi del 1712

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APPENDICI

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APPENDICE I -

TRASCRIZIONE COMPLETA DELLA VISITA GUINIGI DEL 1712

S. Croce della Villa di Colle Fegato.

Die 19.a 7bris [septembris] (1712).

Ill[ustrissim]us D[omi]nus de Suburbio Collis Fegati se contulit ad Villam Villarum ubi visitavit Eccl[esi]am Parochialem S. Crucis cuius Parocus est R[everendum] Nicolaus Paduanus, et cuius redditus vix ascendent ad scuta 10. In qua ex expletis solitis ceremonijs, et facta mortuorum absolutionem visitavit S[antissi]mo Sacram[en]to, et Benedictionem (ad stantibus improvit).

Visitavit Baptisterium et mandavit fieri stamneum cocleare ad infundem aquam, et pred[ict]um Baptisterum amoveri, et asportari prope porta et in meliorem formam reduci, ac de sup[ra] ipsum imaginem S. Jo[annes] apponi.

Visitavit Olea Sancta, et bene asservata fuerunt inventa. Visitatum fuit et Oleum Infirmorum et Ill[ustrissi]mus D[omi]nus mandavit renovari vasculum, et de sup[ra] eum Crucem apponi. Visitavit Sacra reliquias, que cum debitis autenticis fuerunt (invente).

Visitavit Altare maius sub eodem tituolo S. Crucis ubi adest S[anctissim]us Sacram[ent]us decenter in tabernaculo asservatam in quo mandavit fieri Clavem Argenteam, et intus panno serico noviter ornaris. Anted[ect]o S[anti]s[i]mi Sacramenti Altare Maria Mazzoletta reliquit omnia sua Bona, cum onere 4 missarum quolibet anno in festa Corporis Christi, prout ex testamento a R[everendus] D[omi]no Ant[oni]o de Cecconijs die 2.a 8bris (octobris) Anni 1709 condito, cuius hereditatis [xxx xxxxxx] (lium) bonorum notam presentari mandavit. Ulterius pro d[ect]o S[anti]s[si]mo Sacram[en]to triginta circiter frumenti cuppa fuerunt assignate, que ad rationem unius Cuppa pro qualibet familia ab incolis d[ict]i loci solvunt[...] et exigunt. Pro Procuratorem a Paroco deputatus cui Ill[ustrissi]mus D[omi]nus mandavit exhiberi libros, et rationem quam prima reddis.

Visitavit Altare B[eatissi]me Virginis Montis Carmelis, cui sunt annexa due onera, unum quinque missarum quolibet anno vigore donationes facte a D[omi]ne Ant[oni]o Dragonetto de Sant'Anatolia satisfactum a R[everendus] Josepho Ricci. Alterum 14 missarum quolibet anno vigore legati facti a Sextilia Ricci p[ro] predictum Josephem adimpletum, qui pariter cum iuramento d[ict]o oneri in preteritum satis fecisse (fatet).

Visitavit Altare S. Sebastiano de Jure Patronatus Marsilij Marconi et mandavit provideri de Carta Gloria, in principio, et lavabo; In (intus) eodem Altari adest onus annexus unius misse pro qualibet hebdomata

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vigore legati relicti a d[uondam] Jacopo Cannone; et alterum legatum factum de anno 1679 a Matteo Alesandri, qui disposuit ut infra "tutti gl'altri suoi beni lascia alla cappella del SS.mo Crocifisso, osia S. Sebastiano. Il peso delle messe che si hanno da dire in d.o Altare sarà secondo ordinerà Monsign.re Vescovo di Rieti". Bona non (dum) sunt assignata, nec misse taxate et Ill[ustrissim]us D[omi]nus mandavit Marsilio presenti heredi d[ict]i testatoris, ut infra mensem assignet bona sub pena interdicti ad effectum taxandis onus dictarum missarum; et assignatione facta mandavit transmitti (...).

Visitavit Altare S[anti]s[si]mi Salvatoris de Jure Patronatus familie de Cicconis, cui R[everendo] Jo[annes] Ant[oni]us Cicconus assignavit nonnulla bona annui redditus 40 (pediorium) cum onere missarum 20 ad rationem unius julij pro qualibet missa, et cum conditione ut pro manutentione Altaris impendatur residuum prout in assignatione facta de anno 1710 manu notarij Annibalis Spassa, quam Ill[ustrissim]us D[omi]nus approbavit, et exegui mandavit. In d[ict]o Altari mandavit infra mensem provideri de altero novo lapide consegrato, et poni in tabella d[ictum] legatus.

Visitavit Altare S[anti]s[si]mi Rosarij ubi adest Societas, que possidet aliqua bona stabilia annui redditus trium salmarum frumenti, que administrant p[ro] eundem procuratorem S[anti]s[si]mi Sacramenti.

D[ict]a Societas simul cum societate S[anti]s[si]mi Sacram[en]ti (erat) substituta in omnibus bonis euiusdam Rosate uxoris Alexandri post mortem Mattei ipsius heredi sine filiis legitimis, et cum tam Matteus, quam Maria eius uxor sine filiis legitimis mortui sint (ap da) remanet succesiu in favorem Societatis, ut ex testamento condito sub die 18 Xbris (decembris) anni 1666. Ea Ill[ustrissi]mus D[omi]nus mandavit Ant[oni]o, et Marsilio de Marconis possessoribus d[ict]a hereditatis, quatenus infra duos menses assignent d[ict]a bona societati sub pena interdicti. Prefata societati relicta fuerunt pariter quadam bona a Matteo, et Diammara de Comitibus, que modo possidentus p[ro] R[...] Crucem de Comitibus, qui soluit quolibet anno cuppas sex frumenti, et pretendit retinere d[ict]a bona tamquam Dominus, et è contra vero. Societas Societas ipsum essa simplicem affictuarius ex quo bona sunt descripta in catasto, dive libro censualis in sine eccl[esi]a. Et Ill[ustrissi]mus D[omi]nus mandavit ut infra mensem doceat de titulo sue possessionis, alias reintegret societatem suo pena suspensionis.

Visitavit sedes confessionales, et (nessit) in eis fieri (cratem) facta, et apponi bullam, et. Visitavit Sacristiam in qua retinent suppellectilia, que cum invenevis sufficenter bona solum mandavit fieri cruces in corporalibus et aliis.

Et quia absque baldacchinis omnia invenit Altaria, ideo de ipsis desup[ra] provideri quam primum demandavit.

S. Maria della Valle vide infra 23.

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Poggio di Valle

Eadem die 19.a

Demandata p[ro] D[omi]nus Canonicus Vincentinu et Eleuterium de Recettis visitata fuit eccl[esi]a Parochialis Assumptionis B[eata] M[aria] V[irginis] de Podio Vallis, cuius rector est R[everendus] Franciscus de Felicibus, qui pro sua beneficis redditu habet (grana) 22. circiter, in qua facta mortuorum absolut[io]ne visitatum fuit S[anti]s[si]mus Sacramentu decenter retentum, et ad stantibus imp[ro]tita bene dictio.

Visitatus fuit Fons Baptasmalis, Olea Sancta simul, et Sacrarium, et demandatum fuit desup[ra]Baptisterium don Jo[annes] Baptiste pietam, vel sculptam imaginem apponi, et interius in loco ubi asservant d[ict]a Olea serico violaceo panno portulam ornaris, ac insup[er] fieri nova vascula (in) quibus magis decenter possint in posterum retineri, novamque in Sacraris quam primum seram apponi.

Visitatum fuit oleum infirmorum a cornu epistole altari maiori retentum, et similiter fuit mandatus interne in loco ubi retinet panno serico noviter ornari, panterque ad ipsum continendum novum cum cruce fieri vasculum.

Visitatum fuit Altare maius sub anted[ict]o titulo in quo asservatur S[anti]s[si]mus Sacram[en]tus in decenti deaurato tabernaculo, et demandatum fuit reaptari una cum predeta, crucem in stipite pingi, et baldacchinum desup[ra] apponi, ac insup[er] quam primum sepulcru prope dictum altare positum removeri, seu mediante pariete interius dimidiari, et interim inter (...) donea.

Altare adest legatum cum onere unius misse pro qualibet hebdomata reliens a q[uondam] R[everen]do Marco Antonio de Amicis qui omnia sua bona eidem reliquit Altari ad hoc ut de ipsorum redditibus fieri debeat Festam Assumptionis B[eatae] M[ariae] V[irginis], et predictum unius misse onus adimpleat; qua quidem misse (que) Parocum pro tempore celebrari debent, et in preteritum, prout ab ipso Paroco cum iuramento fuit assertum, (pro) eumdem celebrare fuerunt Annui redditus antedictu sum bonorum adscendunt ad summam (grana o ducati) 8 circiter prout in statu exhibito) melius videri poterit; et cum pred[ict]i redditus p[ro] procuratores annuatim a paroco electos administrent mandatum fuit exhiberi libros, et rationem quan primus reddi (debere).

In d[ict]o altari pro (S[anti]s[si]mi Sacram.) manutentione adest societas, que administratur p[ro] procuratorem singulis annis de consensa parochi ab a Confratribus electum qui pariter de ordine eiusdem parochi, ut asserit,In manibus R[everendum] Antonis Cicconis rationem reddiderunt; et unum mandatum fuisset exhiberi libros, et statum d[ict]a Societatis, in ipso visitationis actu protinus hoc ipsu a adimpletum fuit decretum.

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Eidem Altari a q[uon]d[am] R[everendo] Paulo de Gasparinis (vel) un fuit aliud legatum cum annuo onere unius Anniversarij quinque missarum p[ro] quinque Presbiteros in mense Xbris (Decembris)celebrandarum, et cum eidem (oneri raro) fuisse et (heredibus) satisfactum, a Bernardino, e fratribus de Gasparinis, pro futura d[ict]i oneris satisfactione tot bonorus assignatio paroco fuit promissa. et exhibita.

Visitatum fuit Altare S[anti]s[si]mi Rosarij de jure patronatus familie de Dominicis de Villa Ospaneschi farfensis diocesis, in quo adest beneficium de jure patronatus eiusdem familia cum onere unium misse in quolibet mense, et ad presens possidet absque bullis, ut asserit a R[everendo] Petro Antonio de Dominicis, qui satisfacit missarum oneri p[ro] R[everendum] Jo[annes] Canonium iurantem in preteritum d[ict]a missarum onus satisfecisse.

Mandatum fuit omnes d[ict]i benef[ic]i fructus sequestari, donec p[ro] rectorem, seu possessorem exhibeant bulla, et donec antedictum altare de omnibus necessariis provideat. # Vide infra in fine pagine

Visitatum fuit Altare S. Jo[annes] in quo adest simplex libera collationis beneficium annui redditus juliorum octo absque onere, cuius modernus rector est R[everendus] Jo[annes] Franciscus de Felicibus Parocus, et mandatum fuit desup[ra] provideri de baldacchino et pingi crucem in stipite.

Visitavit fuit sedes confessionalis, et iussum dicit reaptari, et provideri de Bulla, etc.

Visitavit fuit sacristia, et bene de omnibus provisa fuit rep[er]ta, (adeo) solum fuit demandatum fieri cruces in corporalibus.

# Die 3 8bris 1712. R[everendus] D[ominus] Petrus Ant[oni]us de Dominicis docuit fundatione dicti benefis fundati in altare Rosarij et quia constat dictum beneficiu[m] una Cappellania amovi (Riten) et (datua) ea cappellano libertas celebrandi in loco et (Pecleria) sibi bene visa.

S. Maria delle Valli

Eadem die 19.a

Visitata fuit Eccl[esi]a rurale S. Maria Vallium ubi clausum cum cancellis adest unicum altare, et mandatum fuit provideri de novo consecrato lapide, de tela cerata, et crucem in stipite pingi.

In d[ict]o altari adest simplex beneficium libere collationis annui redditus (grana) 10. circiter cum onere celebrandi unam missam in qualibet hebdomata cuius rector ad presens est R[everendo] Jo[annes] Canonius qui iuravit d[ict]as missas in preteritum celebrasse.

Visita fuerunt et sacra suppellectilia, et mandatum fuit albi coloris manipulum reaptari, cruces apponi in corporalibus, et aliis et circum circa muro eccl[esi]a (obnoxias) obortas spinas anelli, et precipue proximam adherentem quercum quam primum (residi).

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S. Croce

Eadem dia 19.a

Visitata fuit eccl[esi]a ruralis S. Crucis prope villam Villarum ubi adest unum tantum altare, que antiquitus erat Parochialis, et ibi facta mortuorum absolutione, et d[ict]i altaris visitatione pre ordinatum fuit provideri de lapide consecrato, baldacchinum desup[ra] apponi, crucem in stipite pingi et mures externas ab obnoxiis spinis expurgavit.

In d[ict]a eccl[esi]a nullum adest onus, nec aliquod beneficium, sed solum ex devotione p[ro] R[everendum] Antonium de Cicconi aliquando in ea celebrat.

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APPENDICE II -

VISITA GUINIGI DEL 1712 - RISPOSTE DEI PARROCI

BERNARDJNO GUINIGI

PER GRATJA D' JDDIO E DELLA S. SEDE VESCOVO DI RJETJ

Accioche nel prossimo nostro personale accesso possimo da Noi riceverli, e respettivamente darsi con maggior facilit, e prontezza le notizie, necessarie al bene, e servizio delle Anime

alla nostra Cura Pastorale commesse, abbiamo stimato di prevenire con la presente formola di Relazione, che dovranno esibirci tutti li Parochi, e Rettori di Chiese subito, che faremo giusti con le risposte distinte ciascun capo in margine di questo istesso foglio.

Obbedisco, et rispondo conforme sui comanda

1 ­ Se la Chiesa sia Parochiale, con che Titolo e sotto quale invocazione, in che Vicariato Foraneo, in qual Dominio Temporale, e Governo di chi, Nome, Cognome, Patria, et, e requisiti di chi la possiede.

Dico che la Chiesa Parochiale sotto il titolo di S. Croce nel Vicariato del Corvaro, senza Dominio temporale et si possiede da me inf[rascri]tto, conferitami come appare per Bolla.

2 ­ Se detta Chiesa abbia altri membri, pure Oratorij subordinati, e se sia consacrata, con esprimere il tempo della Consacrazione.

Dico che la detta Chiesa di una nave, et have due altre Chiese, cioS. Sebastiano, et S. Maria di Valle, S. Sebastiano unita, et S. Maria soggetta S. Croce quale S. Maria si possiede da D[on] Gio[vanni] Canonio da Poggio Valle per beneficio semplice speditoli dalla Dataria Romana; anticamente Chiesa Curata soggetta S. Croce per esservi Villa separata, et al p[rese]nte beneficio semplice p[er] essere destrutta detta Villa, et li pesi come appare alle Visite Anteriori, e non Consacrata.

3 ­ Se abbia bisogno di riparazione, chi tocchi la spesa di mantenerla in fabrica, e Paramenti per consuetudine, per convensione, e quale sia la pratica.

Dico la Chiesa di S. Croce non have bisogno di restauratione

4 ­ Se abbia Sepolture, e quali, Fonte Battesimale, Organo, Campanile con Campane, e quante.

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Dico la detta Chiesa di S. Croce unita con S. Sebastiano, quale Chiesa di S. Sebastiano hoggi si chiama S. Croce dentro le mura dove s'amministrano, et si conservano tutti li S.S. Sacramenti, e vi il Campanile con due Campane, con la fonte del battesimo, et due seppolture, et resa Cappella dopo l'ampliatione; et anticamente li S.S. Sacramenti si conservavano in un altra Chiesa anco detta S. Croce fuori delle mura, et era parrochiale et di due nave et trsepolture senza Campanile, et vi sono due Algtari, solo ad uno si celebra.

5 ­ Se vi si mantenga il Santissimo Sacramento. Et spese di chi si proveda l'Olio per la Lampada, e chi ne abbia l'incombenza

Dico nella nova Chiesa di S. Croce dentro le mura prima detta S. Sebastiano, unita con un altra Chiesa detta S. Croce fuori delle mura si conserva il S.S. Sacramento, et si provede di tutto dal Procuratore, che si elegge dal Curato ogn anno.

6 ­ Chi mantenghi la cera, e facci imbiancare le Suppelletili Sagre.

Dico che si provvede dal detto procuratore come sopra.

7 ­ Se vi si predichi la Quaresima, e l'Avvento, e chi proveda il Predicatore, chi lo paghi et con quale Elemosina.

Dico che in detta Chiesa si predica la Quaresima due volte la settimana, cioil Gioved, et Venerd, con la predica della S.S. Nuntiata di qualunque giorno che venerdper venirci (per essere solito antico) in detto giorno la processione del Borgo, et Colle fegato nella Chiesa di S. Maria soggetta come sopra, con la Passione il VenerdSanto sera, et la predica con la benedittione il Luneddi Pasqua, et il Predicatore lo paga, et provede l'Unit.

8 ­ Se detto Paroco, Rettore abbia le Bolle della tua provisione, da chi spedite, e l'esibisca attualmente.

Dico le mie Bolle sono state spedite dalla Dataria Romana et conferitemi da Monsig.r Abbati Vescovo di Rieti Anteriore, et pronto presentarle ad ogni.

9 ­ Se gode altri Beneficij Semplici, Cappellanie anche di Patronato laicale, ed esibisca li Documenti.

Dico non possedere altro beneficio.

10 ­ Se detta Chiesa sia di Collazione ordinaria, libera, pure di Nomina, presentazione di Patroni Ecclesiastici, laici, e chi sono.

Dico che la detta Chiesa non have nomina, ne presentato de Patroni Ecclesiastici ne Secolari, ma di Collatione ordinaria, et libera

11 ­ Ch'entrata abbia detta Chiesa Parochiale, Benefizio, finalmente, in Decime, Terreni, Censi, Canoni, Diritti, altro, specificandola tutta anche con gl'incerti.

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Dico che ho d'entrata da otto scuti Papali, quali sono in beni stabili, et Decime annuali, et incerti non vi sono.

12 ­ Se sia solito, & obligato il Paroco tenere il Capellano, Coadiutore, spese di chi si mantenga, e chi sia.

Dico non esservi Capellano, ne Coadiutore.

13 ­ Quanti altari siano in detta Chiesa, specificando il loro Titolo, uno per uno, chi abbia l'obligo di mantenerli, con qual peso di messe, d'altra Opera pia, quali di detti si adempiano, da chi, e quali non si adempino, e per quale cagione.

Dico che vi sono in detta Chiesa cinque Altari, cioil S.S. Sacramento, quale si provede dal detto procuratore annuale; Il S.S. Rosario quale anco si provede dal procuratore annuale per esservi Compagnia, et si dice il S.S. Rosario dal Rettore di essa Chiesa con la caritdi mezza salma di grano l'anno; l'Altare di S. Benedetto eretto, et provisto da casa Cicconi, et l'anni trascorsi dotato da don Gio[vanni]: Antonio Cicconi con peso di messe due il mese, et si possiede, et provede di tutto dal mede[si]mo; l'Altare della invocatione di S. Maria di Monte Carmelo eretto da casa Ricci, et si possiede da don Gioseppe Ricci, et si provede di tutto dal detto Ricci, con obligo di messe venti l'anno, non terminato giorno, ne mese; cioMesse cinque annuali per donatione fatta dal q[uonda]m Dom[enic]o Ant[oni]o Dragonetti di S. Anatoglia, et quindici per lascita fatta dalla q[uonda]m S. Ricci; l'Altare di S. Sebastiano dotato da casa, (et) famiglia di Cannone, con il peso di messa una la settimana, et hora li frutti non sono sufficianti p[er] d[ett]o peso; et un altra lascita, et non adempita, com appare nel foglio dparte che si presenter; et il rettore inf[radetto] ladempiva (a ii caso).

14 ­ Quanto tempo che detta Chiesa non stata visitata, da chi fvisitata in ultimo luogo, quali decreti furono fatti, e se quelli siano stati eseguiti, e quali restano da eseguirsi

Dico che la detta Chiesa fu visitata ultimo luogo dalla felice memoria di Monsig[no]r Vincentini Vesc[ov]o di Rieti l'anno 1686, et quali decreti non si sanno da me infra[scrit]to per farli eseguire, o siano stati eseguiti.

15 ­ Per qual cagione non si sono eseguiti, rapresentando il modo, che vi farebbe per farli eseguire

Non sapendo li decreti non posso regolarmi

16 ­ Quanti Preti, e Chierici sono nella Parocchia, dandone distinti Nomi, ancorchabitassero altrove, e se hanno servito la Chiesa, & incedino in abito, e Tonsura

Dico che sono Sacerdoti sette, cioD[on] Gio[vanni] Batt[ist]a Ciccone Arciprete in Castello Menardo; D[on] Riccio; D[on] Gio[vanni] Ant[oni]o

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Ciccone; D[on] Gioseppe Ricci; D[on] Gio[vanni] Ant[oni]o Giordani commoranti nelle Ville; D[on] Fran[cesc]o Ant[oni]o Amicutij curato in Colle fegato; D[on] Croce Cunte curato in Montigliano; Due Chierici D[on] Ferdinando (...) et D[on] Ermenegildo Cicconi che si ritrovano studiare nell'Aquila et tutti vanno in habito, et tonsura.

17 ­ Se alcune di detti Preti, Chierici anche Coniugati sono armigeri, scandalosi, viziosi, Giocatori, dissoluti, di mala fama, avvertendo di darci nota di tali cose secrete in un foglio a parte sigillato, che non uscirdi mano Nostra, che promettiamo tutta la secretezza

Sono tutti esemplari

18 ­ Quanti Beneficij semplici, Capellanie perpetue sono nel recinto di detta Parochia, specificando il nome, e l'entrata di chi li gode

Dico solo S. Maria di Valle beneficio semplice, et le Capelle dette non hanno presentata

19 ­ Se in detta Parochia vi siano Meretrici, Donne scandalose, Concubinarij, Adulteri, Bestemmiatori, o altri malviventi

Non vi sono persone di mala fama

20 ­ Se vi siano Maritati, che non abitino insieme, e per qual cagione

Respondo esserci quello solo che Vs. Ill.o ne fu fatto consapevole

21 ­ Se vi sono Usuraij, Scommunicati, sospetti d'Eresia, Magia

Non vi sono persone di tal sorte

22 ­ Come si osservino le feste, che abusi vi siano e qual modo di provedere opportunamente.

Non si osservano in tutto, et non vi sono abusi, et il modo di procedere dica il Vicario foraneo

23 ­ Se le Ostetrici, Mammane siano state dal Paroco esaminate, se sanno la forma di conferire il Battesimo in caso di necessit, dando nota de nomi loro, e da quanto tempo esercitino.

Non vi sono Mammane

24 ­ Se vi si trovino Persone dell'uno, e l'altro sesso, che non si siano communicate la Pasqua, e come si chiamino

Vi sono Communicati tutti.

25 ­ Se in detta Chiesa si Predichi dal Curato nella Messa Parochiale, che ora, se vi sia Concorso di Popolo, e che altre Messe vi si celebrino, se avanti, doppo.

Molte volte ne giorni festivi si fl'esplicatione Evangelica; et si celebrano Messe da Sacerdoti detti, conforme.

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26 ­ Se vi s'insegni la Dottrina Christiana, chi adempia questo peso, se sia frequentata, volendo ancora, che s'intimi, & insegni nel tempo della Visita, per potere meglio riconoscere il bisogno.

S'insegna da me infrascritto Curato, et frequentata, et intimata.

27 ­ Se entro i confini della Parochia vi siano Eremiti, in qual Chiesa, con quale spesa, & edificatione vivono, e come si nominano.

Non vi sono Eremiti.

28 ­ Quante Confraternite Laicali siano in detta Parochia, notitia della loro fondatione, l'istituto proprio, una per una specificando qual'opera pia sono tenute di fare, la loro entrata Annuale, specificata in un foglio parte capo per capo, ciodi Grano, Vino, Censi, Canoni, Livelli, Cambij, Luoghi de Monti, altra rendita, che avessero, cosi ancora nello stesso foglio separata la nota dPesi, che dette Confraternite sostengono capo per capo.

Dico che vi sono tre Compagnie; cioil S.S. Sacramento, et have d'entrata coppa una di grano per famiglia, fuoco, con alcuni beni stabili lasciati da diverse persone, et l'elemosina di cerca ogni terza dom[enic]a del mese; Il S.S. Rosrio have alcuni beni stabili lasciati da diverse persone, et la caritdi grano da Cittadini secondo la devotione; La Compagnia delle S. Reliquie have anco alcuni beni stabili lasciati dal q[uonda]m Gironimo Naldini, et baiocchi cinque per ciasched'uno homo si communica, et baiocchi due, et mezzo per femina che di communica, quali entrate di detta Compagnia si pigliano da Procuratori, et si provede di tutto da medesimi in quello bisogna p[er] dette Compagnie.

29 ­ Se a spese di dette Confraternite si fanno Conviti, Rinfreschi, Mangiamenti trConfratelli, se per consuetudine, per obligo di fondatori, donatarij, Testatori, pure in che altro modo.

Il Procuratore delle S. Reliquie per la detta entrata have obligo di fare la festa alli tre di maggio nell'inventione di S. Croce Chiesa sudetta fare la refettione, et dare l'elemosina Sacerdoti, et Chierici, che interverranno detta festa per l'anime dbenefattori

30 ­ Se vi sono legati Pij non riportati nLibri di dette Confraternite, non pagati, e quali siano.

Sonosi trlegati pij, ciodi Maria Mazzarelli fatto al S.S. Sacramento con obligo che il Procuratore facci celebrare trè ò quattro messe ogni anno per l'anime de benefattori nel giorno del Corpus domini, et l'altro fatto da Matteo d'Alesandro; et il terzo fatto da Matteo di Loreto Conti per Diambra sua moglie, et quali non siano adempiti se ne darnotizia in foglio da parte V[o]s[tra] Ill[ustrissim]a

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31 ­ Come si amministrino l'Elemosine, che si raccolgono da dette Confraternite, sotto quali chiavi si custodischino, e se vi sia la sopraintendenza dParochi.

L'Elemosine si pigliano da procuratoti, et nella revisione de conti ogni anno s'assegnano.

32 ­ Se gl'Offiziali di dette Confraternite hanno reso conto della loro Amministratione, e se vi sia alcun debitore della medesima per detto Titolo d'Amministratione, chi sia, e le possiede del suo.

Li procuratori passati hanno revisto il conto, et pagatp se dovevano alli successori.

33 ­ Se dette Confraternite abbiano Credito da esigere, dando nota ddebitori in foglio parte

Li procuratori hanno da esigere, et si presentarfoglio a parte

34 ­ Se dette Confraternite abbino Liti, per qual cosa, con chi, e se siano dette liti capaci di qualche transazzione, concordia, & in che stato si trovino

Si darnotizia in foglio parte de liti, et controversie come di trovano, ecc.

35 ­ Se in detta Parochia vi Mastro di Scuola, di quali costumi sia, e fe annia fatta la professione della Fede, e come si chiami

Non vi Mastro di Scuola

36 ­ Se vi siano Medici, e se questi avvisano gl'Infermi di Confessarsi doppo la seconda visita

Non vi altro Medico che il Medico don Gio[vanni] Ant[oni]o Cicconi quale osserva le Costitutioni

37 ­ Se si osservi l'Editto anche publicato d'Ordine di N.S per la riverenza dovuta ale Chiese e se vi siano persone irreverenti alle medesime, e chi

Non sl'editto detto per l'osservanza

38 ­ Se vi sia chi ritenga, legga Libri proibiti, e si nomino con specificare la quantit, e qualitde Libri

Non spersone che ritengano libri proibiti

39 ­ Se vi siano usurpatori dBeni, ragioni delle Chiese luoghi Pij, e chi

Si darnota chi have occupati detti beni.

40 ­ Se in detta Chiesa Parochiale si canti il Vespro le Feste, vi si reciti il Santissimo Rosario, si faccia l'Espositione del Santissimo, la buona morte, qualche altra Oratione, e con qual concorso, e decenza

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Le festi Mobili si canta Vespero, et ogni Venerddi Marzo si fl'espositione del S.S. Sacr[amen]to, et in d[ett]a Chiesa di S. Croce si recita il S.S. Rosario, et si dicono l'Officij divini nella Settimana Santa, et si fil Sepolgro in d[ett]a Settimana

41 ­ Se detto Paroco osservi il Rituale Romano che maniera tenga per istruire i Fanciulli ricevere la Santissima Eucaristia.

Dico osservare il Rituale Romano, et fare la Dottrina l'instruisco p[er] la S.S. Eucaristia

42 ­ Quali libri esso Paroco habbia di Teologia Morale, e quali di perfezione Cristiana, di altra spirituale letione

Dico havere libri di casi di coscienza, et libri spirituali

43 ­ Se in detta Chiesa vi sono Indulgenze Plenarie o perpetua, ad tempus, e se ne mostrino i Brevi

Nella d[ett]a Chiesa vi Indulgenza plenaria alli trdi Maggio nell'inventione del S. Croce d[ett]a et ne apparisce breve, et ad tempus

44 ­ Se in detta Parochia vi sia Monte di Piet, frumentario, di qual fondatione siano, come si amministrino osservando ciche si ordinato di sopra al numero 28 nel dar nota dloro Capitali, e spese per mantenimento dMinistri, e delle fabriche

Non vi da rispondere da me ne capirli dove si trova il peso

45 ­ Se gl'Offiziali di detto Monte amministrino bene, se i passati hanno reso conto, e se vi sia chi resti debitore

o (non risponde)

46 ­ Lo stesso si osservi quanto agl'Ospedali, dando nota del Capitale, Entrate, e spesa annuale come sopra

o (non risponde)

47 ­ Se vi siano abusi da correggere in qualsivoglia materia, dandone nota distinta, e sigilata

o (non risponde)

48 ­ Si vuo,e Copia della Tabella degl'oblighi delle Messe, distinguendo quali precisamente si adempiano, da chi, e quali non si adempiano, e perch, con presentare anche i Libri della sodisfazione

Non vi sono altri oblighi che gl'espressi di sopra al capo 13, et 30

49 ­ Si vuole ancora descritti in un altro foglio a parte tutti i Capitoli, de Terrenim Censi, Fondi, Canoni, Livelli della detta Chiesa $ annessi, con la specificatione delle piante dPoderi, Terreni con i loro Confini, &

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una nota nel mede[si]mo foglio di ciche fosse usurpato da altri spe[t]tante da ragione alla detta Chiesa, Chiese

Sono registrati nel publigo Catasto, et Censuale tutti li beni di Chiesa, et Compagnie sud[ett]e.

50 ­ Si vuole ancora un'Inventario distinto di tutti i Mobili, Paramenti, Argenti, Calici, Patene, Vasi Sacri, Candelieri, Tovaglie, Ornamenti, Quadri, di qualsivoglia altro Suppellettile della mede[si]ma Chiesa & annessi

Non vi inventario, ma tutto disposizione della Chiesa, et Compagnie

51 ­ Si dica con qualer Pompa si porti il Santissimo Viatico agl'infermi, e se vi siano le suppellettili questo effetto, di Pisside, Borsa, Veli, Campanello, Corporale, Purificatore, Cera, se intervenghino Fratelli di Compagnia con Sacchi, e se dal Paroco si publichino le Indulgenze concesse da Sommi Pontefici per questa Sacra associatione

Si dico portarsi il S.S. Sacr[amen]to con tutte le cose espresse

52 ­ Se si faccia la Conferenza de Casi dCoscienza, se con frequenza, chi siano i Morosi, e qual Metodo si tenga

Si fla conferenza de Casi una volta il Mese

53 ­ Quanti confessori anche Regolari siano nella Parochia, la loro et, e fama, tanto di costumi, quanto di scienza

Non vi sono altri Confessori che il fisico D[on] Gio[vanni] Ant[oni]o Cicconi di etd'anni 47, et di buona fama

54 ­ Se gl'Oratorij privati sono d'impedimento per deviare il Popolo dall'intervenire alle Messe Parochiali

Non vi sono Oratorij

55 ­ Si avvertano i Patroni laici, & Ecclesiastici de Beneficij, Capellanie portare la giustificatione del loro Titolo, per Fondatione, Dotatione, per privilegio, altrimenti si dichiararanno di libera Collatione

Dico obbedire in merito di tutto

56 ­ E perchne luoghi picomodi nella Diocesi si farla Cresima si preparino, & istruischino perciquelli, che dovranno ricevere detto Sacramento secondo la disposizione del Sinodo Diocesano al Titolo 13

Dico haver obbedito

57 ­ Dove sono Monasterij, e Conventi sottoposti, quali si visitaranno secondo il solito, si dovranno esibire le Costituzioni, e libri Mastri, & alamente riferire se vi sia l'osservanza, che abusi particolarmente circa la Clausura, come si amministrino l'Entrate, e si adempiano gl'oblighi,

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regolandosi anche per questi come si detto di sopra per gl'altri Luoghi pij al n. 28

Non vi sono Monasterij

Si formi lo stato delle Anime di ciascuna Parochia, & Annessi, come siegue.

Nella Parochia di me sottoscritto Curato sono

Famiglie num. 24 Sacerdoti Secolari n. 7 Chierici liberi n. 2 Chierici Coniugati n. ­­­ Regolari dell'Ordine di ­­­ , cioSacerdoti n. ­­ Chierici n. ­­ laici, Converso n. ­­­
Monache dell'Ordine di ­­­, Corali n. ­­­ Converse n. ­­­ , Educande n. ­­­ fr
tutte n. Terziarie, Bizzocche dell'Ordine di ­­­ Professe n. ­­­ , non Professe n. ­­­ frtutte n. ­­­ Eremiti dell'Ordine
Maschi al Secolo da Comunione
Femmine al Secolo da Communione
Fanciulli, che non si communicano
Fanciulle, che non si communicano

n. ­­­ n. 51 n. 63 n. 26 n. 17

Num. 166 Io Nicola Paduano delle Ville, di S. Croce Curato cosriferisco anche

col mio Giuramento facto pectore mano propria

Se la Carta non bastasse per dette risposte, si aggijngeranno altri fogli con unirli assieme con quelli degl'Inventarij richiesti di sopra, e si faccino le chiamate per numero secondo l'ordine sudetto, publicandosi tale effetto subito la presente con avvertire ogn'uno di eseguire pontualmente quanto vi si contiene, e di ritrovarsi in persona al Nostro imminente accesso per non incorrere nelle pene contenute nell'Editto Generale. Dat. nel Palazzo Vescovale di Rieti.

BERNARDINO VESCOVO DI RIETI, e DELEGATO APOSTOLICO

Anime in tutto

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APPENDICE III -

ALLEGATI ALLA VISITA GUINIGI DEL 1712

1) Ill[ustriissi]mo e Rev[erendissi]mo Sig[no]re (P.ne Co.mo)

L'invio la qui inclusa copia per non haverla possuta consegnare nella Visita à causa non erano agiustate molte partite; resta agiustare la lascita di Matteo di Loreto et Piamera sua moglie con il Re[veren]do D[on] Croce Conte quale pretende che li beni lasciati alle Ven[era]b[i]li Comp[agni]e del S.S. Sav[ramen]to, et Rosario, et Chiesa non entrano quelli che sono fuori del territorio delle Ville; et il decreto dato dal Cammissario della Re[veren]da fabrica non esclude cosa alcuna; et agiustato sarà sarà mandata anco la copia distinta, hum[i]l[men]te facendoli riverenza, li b[acio] le S[acre] Vesta, Ville li 7 maggio 1713

All'Ill[ustrissi]mo Rev[erendissim]o Pro[...]re Devot[issi]mo Off[...]mo Ser[vitore] V[o]s[tro] Nicola Paduani

2) Nota delli beni della Venerabile Compagnia del S.S. Sacr[amen]to della Chiesa di S. Croce delle Ville Collefeg[at]o estratta da me inf[rascri]tto dal Censuale de beni di Chiese di d[ett]a Unità. addi 9 Ap[ri]le 1713

Inp.s (In primis) T[erra] in Valle bastarda conf[in]o Pietro S. Canale, e Gio[vanni] Ciccone. Cerquito in essa.

T[err]a Piede bumo conf[in]o il S.S. Sac[ramen]to di Poggio Valle, Oratio Silvestro, et il fiume

T[err]a allo rio conf[in]o S. Croce, Rosario, e Carmine, Lutio Bontempo, et il rio

T[err]a alla Valle conf[in]o Felippo Ciolle, e la via

Una derrata sotto la casa della Chiesa

Stabili della Venerabile Compagnia del S. S. Rosario della Chiesa di S. Croce delle Ville Collefeg[a]to

(Inq.o) Cannavina alle pantana conf[in]o Gio[vanni] Dom[enic]o di Marano, Gabriele di Vittorio e l'inculto

Vigna alla Valleunia conf[in]o Pietro Amicutij, il Car[mi]ne e la strada

T[err]a alle selvosa (o felciosa ?) di Rose, conf[in]o Carlo d'Appio et il Carmine

T[err]a à piede le Vigne, conf[in]o Pietro Paolo Antonini

C[oppe] 4, gr[ana] 1

C[oppe] 2, q[ua]r[te] 3

C[oppe] 1 gr[ana] 1

C[oppe] 1, q[ua]r[te] 0 1/2

C[oppe] 2, q[ua]r[te] 2

C[oppe] 1, q[ua]r[te] 3

C[oppe] 5 C[oppe] 4

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x [per] la moglie, il fiume da piede, et la strada da capo

T[err]a alli Casalechi conf[in]o Giacomo Gezze, Oratio Orsi e Fran[cesc]o Paduani

T[err]a alla Migliola conf[in]o Bernardo Antonini, et il fosso

T[err]a alla fonte della Vallana conf[in]o Pietro Desiderij di Spedino et la Cappella di S[ancta] Maria di Turano, coppe in circa

Casarina con due membri di cantine conf[in]o la strada, et la casa della Chiesa

C[oppe] 6

C[oppe] 9 C[oppe] 26

3) L'inf[rascri]tti beni sono stati lasciati dal q[uonda]m Marc'Ant[oni]o Cicconi di Bened[ett]o alle Venerabili Compagnie del S.S. Sac[ramen]to, et Rosario comune p[er] essere d[ett]e Compagnie unite nell'amministratione e senza obligo di messe

Inp.s (In primis) Cerquito alle Sota conf[in]o Fran[cesc]o Paduano, e Filippo Ciolle

Cerquito a Cesa Calva conf[in]o Gio[vanni] Ciccone, et Filippo d[ett]o

Sodo con Cerque alle Pastina conf[in]o li sud[ett]i

Cerquito à Colle Cannavino conf[in]o Felippo Ciolle, e l'inculto

Cerquito alle Piagge conf[in]o Felippo d[ett]o

T[erra] alli Casalecchi conf[in]o Gio[vanni] Dom[enic]o Costantini, Alessio di Giuliani, e Gio[vanni] Simone Giubileo

T[erra] all'Olmo conf[in]o esso p[er] Gentilesco, Pietro Paolo Ricci, e la via

T[erra] à Colle Cesti conf[in]o Amico Paduano, Lutio Bontempo e l'inculto

di meno valore

T[erra] alla Valle unia conf[in]o Gio[vanni] Ciccone, e Felippo Ciolle

Vigna alla Fonte conf[in]o Gio[vanni] Ciccone, e Pietro Paolo Ricci

Denari 6

8

C[oppe] 1 q[ua]r[te] 1 25

5

8

C[oppe] 6 q[ua]r[te] 1 08 2 1/2

C[oppe] 4 gr[ana] 2 6, 7 1/2

C[oppe] 60 - 72

C[oppe] 0 gr[ana] 20 04

C[oppe] 1 q[ua]r[te] 2 029

C[oppe] 0 q[ua]r[te] 4 3/4 057

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Roberto Tupone

Prato al Cioncaretto conf[in]o Pietro Amicutij, e Filippo Ciolle

Cannavina alle Pantana conf[in]o Gio[vanni] Ciccone, e Geronimo Naldini

T[erra] in essa conf[in]o li d[ett]i

T[erra] à Colle Cesto conf[in]o esso p[er] Gentilesco, li Guadagnoli, Gio[vanni] Ciccone, e l'inculto

T[erra] alle Pagura nelli confini del Monte del Latuschio conf[in]o Ant[oni]o Marcone p[er] (q.tto) di Gioseppe Cassaro, e l'inculto

Due membri di casa posti dentro della Ville conf[in]o Felippo Ciolle, e Carlo d'Appio

T[erra] alla Costa conf[in]o Gio[vanni] Ciccone, e Carlo d'Appio

C[oppe] 0 q[ua]r[te] 1 1/2 009

C[oppe] 0 gr[ana] 2 035

C[oppe] 0 gr[ana] 2 20

C[oppe] 10 gr[ana] 12 05

C[oppe] 8 gr[ana] 12 020

C[oppe] 1 gr[ana] 2 16

La sudetta copia è stata estratta da me inf[rascri]tto dal proprio originale tenerlo, ad verbus, salvo sem(pre errori e omissioni). di 24 Ap[ri]le 1713

Jo Nicola Paduano Curato

4) Copia de beni stabili della Chiesa Parochiale di S. Croce delle Ville di Collefeg[a]to estratti da me sottoscritto Curato dal Censuale delle Chiese, et Compagnie dell'Università di Collefeg[a]to per ordine dell'Ill[ustrissi]mo e Rev[eren]d[issi]mo Monsig[no]r Bernardino Guinigi Vescovo di Rieti nella sua prima Visita Generale fatta à dì dicinove 7bre (settembre) 1712

T[erra] alla fonte di nivi conf[in]o Cesare Conte, et Desiderio Gerge

T[erra] al Pago conf[in]o Giacomo Mazzarella per Poggio Valle, il S.S. Sac[ramen]to di d[ett]a terra, il fiume, e la strada

T[erra] a Piede bumo conf[in]o S. Maria di Poggio Valle, Amico Paduano, il fiume, et l'inculto

Cannavina alle Pantana conf[in]o Geronimo Naldini, e Fran[cesc]o Amicutij

T[erra] alla Cortina conf[in]o S. Maria, Pietro Paolo Ricci, e la strada

Denari

C[oppe] 2 gr[ana] 1 1/2

C[oppe] 4 q[ua]r[te] 4

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 0 1/2

C[oppe] 1 Can. 27

C[oppe] 1 q[ua]r[te] 3

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T[erra] à Piede Rose conf[in]o Giordano di Giacomo, Geronimo Naldini, il fiume, et la via

T[erra] alla Valle unia conf[in]o Gio[vanni] Ciccone, e Geronimo detto

T[erra] al Colle conf[in]o Pietro Paolo Ricci, Desiderio Gerge, et Cesare Conte

Prato alla Fonte conf[in]o Amico Paduano, et Pascatio Angelini

T[erra] alle Pantana conf[in]o Giordano di Giacomo, e Pietro Paolo Ricci

T[erra] alle Pera Sostella conf[in]o Pietro Amicutij, Pietro Paolo d[ett]o, et la via

T[erra] con cerque allo rigo conf[in]o Desiderio Gerge, et de ipsa con Rosario, et Carmine

Orto alla Fonte conf[in]o Cesare Conte, Desiderio Gerge, e la via

T[erra] ibid[em] conf[in]o Desiderio detto per vigna, Fran[cesc]o Paduano, e Gioseppe Carraro

T[erra] allo Saccione conf[in]o Gregorio Amicutio à due lati, e S. Maria di Valle

T[erra] ibid[em] conf[in]o Giacomo Mazzarella, Gio[vanni] Ciccone

Cerquio alle Cesarelle conf[in]o Cesare Conte

T[erra] alla Longarella conf[in]o Gio[vanni] Dom[enic]o Cardinale, et Cesare detto

T[erra] alla Costa conf[in]o Berardino d'Angelo, Cesare detto, e la via

T[erra] à Piede Rose di la dal fiume conf[in]o d[on] Pascatio Angelini, et altri

T[erra] alla Valle di sopra conf[in]o Cesare Conte, Fran[cesc]o Paduano, et la via

Prato ibid[em] conf[in]o Gio[vanni] Ciccone, e Berardino d'Angelo

T[erra] ibid[em] conf[in]o Berard[in]o detto, e Fran[cesc]o Amicutij

T[erra] alla Valle conf[in]o Felippo Ciolle, Berardino d[ett]o, e la via per metà

T[erra] all'Immagine conf[in]o Dom[enic]o Gerge, Gio[vanni] Ciccone

Prato all'Alvanetto conf[in]o Ant[oni]o Amantini, e Pietro Paolo Ricci

Prato alla Fonte conf[in]o la Corte, Amico Paduano

C[oppe] 1 gr[ana] 2

C[oppe] 0 q[ua]r[te] 4 3/4

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 3

Can 32

C[oppe] 1 gr[ana] 1

Can 36

C[oppe] 3 q[ua]r[te] 3

C[oppe] 1 q[ua]r[te] 3 1/4

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 2

C[oppe] 4 q[ua]r[te] 1 1/2

C[oppe] 3 gr[ana] 2

C[oppe] 0

C[oppe] 1 gr[ana] 2

C[oppe] 2 gr[ana] 0 1/2

C[oppe] 1 q[ua]r[te] 4

C[oppe] 6 gr[ana] 2

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 3 1/2

C[oppe] 0 q[ua]r[te] 2 3/4

C[oppe] 5 q[uar]te 0 1/2

C[oppe] 1

C[oppe] 1 q[uar]te 0 1/2

C[oppe] 4 Can 88

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Roberto Tupone

p[er] due lati, e la via

T[erra] ibid[em] est ut supra unita con prato à d[ett]a Chiesa S. Croce

T[erra] à Bumo conf[in]o Fran[cesc]o Ant[oni]o Pontiani, e l'inculto

T[erra] in Pereta conf[in]o Berardino Rapetta, e Pietro Andrea Ricci

T[erra] ibid[em] conf[in]o Pietro Andrea Ricci, e Gio[vanni] Ciccone

T[erra] alle Felciara di Rose conf[in]o Desiderio Gerge, e Marc'Ant[oni]o Marconi

T[erra] alla Valle di Rose conf[in]o Ant[oni]o Marcone, e Cesare Conte

C[oppe] 5 C[oppe] 3 C[oppe] 0

q[uar]te 4 1/2

C[oppe] 13 q[uar]te 4 1/2

C[oppe] 3 C[oppe] 3

La sopra scritta copia è stata estratta da me inf[rascri]tto come sopra de verbo ad verbum ex proprio originali supradicto salvo sempre (errori e omissioni) (per) ordine come sopra.

A di ventiquattro settembre Anno mille settecento dodici in fede. Jo Nicola Paduani ho scritto come sopra M[an]o propria.

5) Copia del Catasto delle Ville Collefeg[a]to della tavola di Gironimo Naldini delli beni stabili donati dal mede[si]mo per dare la refettione, et elemosina à tutti li Sacerdoti, et Chierici che intervenneranno alla festa dell'inventione di S. Croce titolare della Chiesa di S. Croce à di trè maggio ogni anno alle S. Reliquie, estratta da me inf[rascri]tto per ordine dell'Ill[ustrissi]mo, e R[ever]end[issi]mo Monsig[no]r Bernardino Guinigi Vesc[ov]o di Rieti nella sua prima Visita Generale à di 19 7bre (settembre) 1712

T[erra] alla Valleunia conf[in]o Fran[cesc]o Paduano, e Felippo Ciolle
cerque in essa

Vigna allo Sauione conf[in]o Pietro Paolo Ricci, Pietro Amicutij, e il Carmine delle Ville

T[erra] al Campo conf[in]o Leandro Antonini, le prata del Corvaro, et Ascanio Rapetta

di meno valore
T[erra] à Colle longo conf[in]o li Mareri, e l'inculto

T[erra] all'Alvanetto conf[in]o Amico Paduano à due lati, e Felice Barone

T[erra] alla Fonte di Rose conf[in]o Gio[vanni] Ciccone, Fran[cesc]o Paduano, esso per gentilesco, e l'inculto

C[oppe] 1 q[ua]r[te] 4 denari 5

C[oppe] 4 q[ua]r[te] 2

C[oppe] 4 q[ua]r[te] 3 3/4

C[oppe] 3

C[oppe] 6 C[oppe] XI

C[oppe] 9

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T[erra] à Fratta Francuni conf[in]o Epifania Cardinale, e Dom[enic]o Gerge

T[erra] à Vicenna piana conf[in]o il Rosario di Colle feg[at]o, Ant[oni]o Amantini, il fosso, e l'inculto

T[erra] alla Migliola conf[in]o Berardino d' Angelo, S. Gio[vanni], et il fosso

Sodo con cerque alle molenara conf[in]o Matteo d'Alesandro, Cristofano di Felice, e la via

Cerquito à Colle Spinaro conf[in]o Lutio Bontempo, Giacomo d'Aniballo, e Pietro Paolo Ricci

Cannavina al Campo conf[in]o Ascanio Rapetta

T[erra] à Piede Rose conf[in]o Berard[in]o d'Angelo, Michel'Angelo Martio, il fiume, e la via

T[erra] ibid[em] conf[in]o S. Croce, Fran[cesc]o Paduano, il fiume, e la via

T[erra] à Piede Rose di la dal fiume conf[in]o Simone di Gasbarro di Poggio Valle, Fran[cesc]o Paduano, et il fiume

T[erra] alla Vallunia conf[in]o Pietro Paolo Ricci, Cesare Conte, e Gio[vanni] Ciccone di peggiore da capo

T[erra] alla Sora conf[in]o Gio[vanni] Tabelione, e Berardino d'Angelo

T[erra] ibid[em] conf[in]o Epifania Cardinale, e Cesare Conte

T[erra] à Cursoli conf[in]o Gio[vanni] Ciccone à due lati, et il fosso p[er] mezzo

T[erra] à Cursoli conf[in]o Berardino d'Angelo, Pietro Paolo Ricci, et il fosso per mezzo

T[erra] à Piede Rose conf[in]o esso per Turano, la Capella di S. Sebastiano, et il fiume

Prato à S. Lucia conf[in]o esso per terra Gioseppe Battistone

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 4

C[oppe] 14 C[oppe] 3 denari 9 soldi 4 q[ua]r[te] 4

1/4

C[oppe] 1 q[ua]r[te] 2

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 4

C[oppe] 3 q[ua]r[te] 1/2

C[oppe] 3 q[ua]r[te] 4 denari 3

C[oppe] 2

C[oppe] 0 q[ua]r[te] 4

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 3

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 1 1/2

C[oppe] 4

C[oppe] 1 q[ua]r[te] 2 3/4

La soprascritta copia è stata estratta da me inf[rascri]tto de verbo ad verbus ex suprad[ett]o originali, salco sempre (errori e omissioni) p[er] ordine come sopra. Dì venticinque 7bre (settembre) 1712 in fede

Jo Nicola Paduano Curato di S. Croce delle Ville d[ett]o hò scritto p[er] manu p[ro]p[ria].

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6) Inventario di tutti li superlettili della Chiesa di S. Croce delle Ville fatto da me inf[rascri]tto Curato per ordine di Monsig[no]r Bernardino Guinigi Vescovo di Rieti nella sua prima Visita Generale nel p[rese]nte Anno dì 20 7bre (settembre) 1712

Inp.s (In primis) La Croce Parochiale d'ottone una Un Calice, et una patena
Item due Calici da raccommodarsi, et due patene Item palle diece doppie

Item palle dodici doppie Item Corporali trè
Item borle roscie due

Item borle bianche due
Item borle negre due
Item veli violacei due
Item velo roscio uno
Item velo rigato di tutti colori uno
Item velo negro uno Messali de Santi due Item Messali de Morti due

Item pianete bianche trè
Item pianeta roscia una
Item pianeta rigata roscia, e bianca una Item pianeta stella, et fiorata di tutti colori Item pianeta violacea una
Item pianeta nigra una
Item tonicelle roscie, e bianche un paio Item tonicelle negre paio uno
Item campanello piccolo uno
Item incensiero d'ottone uno
Item navicella, et cuchiara d'ottone una Item camiscio uno
Item Cotta di panno una
Item Crocifisso grande uno

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Item lensolo dipinto uno

Item Cotta una di panno da ingricciare (?)

Item Caldarella di rame una

L'Altare del S.S. Sacramento

Item Lampada d'ottone una

Item baldachinetto per coprire il tabernacolo del S.S. Sac[ramen]to bianco uno

Item baldachino per la processione, et altro portando il S.S. Sac[ramen]to di diversi colori uno

Item Angeli di magiore, et minore altezza indorati, sei Item candelieri di legname con croce di colore sei Item candelieri d'ottone quattro
Item parato bianco uno

Item parato violaceo uno

Item tovaglie communi con il S.S. Rosario venti

Item coscini bianchi con rose paro uno

Item coscini rosci paro uno coscini di diversi colori paro uno

Item Linternone uno

L'Altare del S.S. Rosario

Item Crocifisso piccolo uno

Item Candelieri con croce, et piede d'ottone quattro

Item parato dipinto uno

Item coscini di panno lavorati con seta paro uno

Item coscini di seta bianchi rosati paro uno

Item incerata una

Item camisci communi con il S.S. Sac[ramen]to otto

Item lampada d'ottone una

Item Confalone con il titolo della S.S. Natività da una parte, et dall'altra parte della S.S. Nuntiata della B[eata] V[ergine] Maria

Item parato bianco di seta fatto p[er] devotione da Berardino d'Angelo uno

Item D. Gioseppe Ricci donati alla Chiesa di S. Croce di d[ett]e Ville Veli uno roscio, et uno violaceo due

Item io inf[rascri]tto Curato donato à d[ett]a Chiesa pianeta violacea una Item Camiscio di panno uno

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Item borla violacea una

Item Corporale uno

Li mobili fatti per devotione da Casa Ciccone alla d[ett]a Chiesa di S. Croce

Inp.s (In primis) Picciale violaceo uno Item Messale de Santi uno
Item velo verde uno
Item velo bianco uno

Item Corporale uno
Item pianeta fiorata verde, e bianca una

Item Sfera per portare il S.S. Sac[ramen]to indorata donata dal Sig[gno]r Medico Ciccone una

Item parato depinto fiorato al S.S. Sac[ramen]to donato dal d[ett]o

Item Croce d'ottone del S.S. Rosario donato dal sud[ett]o

Inventario delli mobili della Capella di S. Benedetto, et S. Salvatore di Casa Ciccone

Inp.s (In primis) Calice con pianeta una
Item palle doppie con l'immagine della S.S. Concettione due Item palle doppie due
Item Corporali due
Item Camiscio uno
Item velo colorato bianco, e roscio con croce indorata uno Item velo violaceo lavorato con il segno, ò nome di Giesù uno Item Messale de Santi uno
Item pianeta rigata con tinta indorata di vari colori una
Item pianeta bianca, et roscia una
Item pianeta violacea di seta una
Item pianeta negra una
Item Cotta una
Item Candelieri, con Croce, di legname argentati quattro Item Tovaglie nove trè
Item parato di seta bianco uno
Item parato violaceo uno

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Item borla colorata roscia, e bianca una

Item borla colorata di tutti colori rigara, et fatta à rose una

L'Inventario di tutti li supelettoli della Capella di S. Maria di Monte Carmelo fondata da Casa Ricci

Inp.s (In primis) Candelieri due con Croce fatta a specchi Item Tovaglie usate trè
Item Tovaglia nova una
Item parato depinto uno

Item coscini depinti due

Item velo violaceo uno

Item velo bianco lavorato à seta uno

Item Calice con patena da raccommodarsi uno

Nota di tutti li mobili della Capella di S. Sebastiano di Casa Cannone dotato

Inp.s (In primis) Croce con fogli di rame indorata una Item candelieri di legname argentati due
Item candelieri di legname due
Item parato bianco uno

Item coscini di panno bianchi due Item tovaglie usate trè

L'inventario della mia Chiesa sud[ett]a di S. Croce delle robbe sopra scritte è stato fatto da me sottoscritto à dì, et anno inf[rascri]tto p[er] ordine come sopra, et delle Capelle sudette, è stato fatto con il concerto di d[on] Gioseppe Ricci, et il sig. Ant[oni]o Ciccone in fede. dato nelle Ville li 23 7bre (settembre) 1712.

Jo Nicola Paduani Curato della Chiesa Parochiale sud[ett]a ho scritto.

7) Stato del Carmine delle Ville

T[erra] alli Casalicchi conf[in]o Gio[vanni] Ciccone, Pietro Paolo Ricci, e la strada

T[erra] in Valle Cesamanda (?) conf[in]o Pietro Paolo d[ett]o, e Dragonetti di S. Anatoglia

T[erra] in Piede Rose conf[in]o Gio[vanni] Matteo Mazzarella, il Sant[issi]mo Rosario, Dom[eni]co Gergi, et il fiume

Prato alla Vallonia conf[in]o Gio[vanni] Dom[eni]co

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 0 1/4

C[oppe] 1 q[ua]r[te] 4

C[oppe] 8 q[ua]r[te] 0

C[oppe] 1

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Toria, e Giordano di Giacomo

Vigna allo Laccione conf[in]o Geronimo Naldini, Carlo d'Appio

T[erra] alla Migliola conf[in]o Pietro Paolo Ricci, e Dragonetti di S. Anatoglia

Sodo in Pereta conf[in]o Gio[vanni] Ciccone, Felice Barone, et il fosso

T[erra] alla Cesa conf[in]o Pietro Paolo Ricci, e Gio[vanni] Batt[ist]a Desiderij di Spedino

T[erra] alla Vallonia conf[in]o Pietro Paolo d[ett]o, D[on] Tomasso Desiderij di Spedino, la via

Vigna ibid[em] conf[in]o Gioseppe Canono, et il Rosario

T[erra] à Fratta Franconi conf[in]o Pietro Paolo Ricci, e la via

T[erra] ibid[em] conf[in]o Pietro Paolo d[ett]o, Dragonetti di S. Anatoglia, e la via

T[erra] à Preta Aquara conf[in]o D[on] Tomasso Desiderij di Spedino, e l'inculto

T[erra] a Colle Cesti in due pezzi conf[in]o Pietro Amicutij, Pietro Paolo Ricci, e D[on] Tomasso Desiderij di Spedino,

T[erra] a Vicenna Piana conf[in]o Bernardo Antonini, e D[on] Tomasso d[ett]o

T[erra] ibid[em] conf[in]o D[on] Tomasso d[ett]o, Piatro Paolo Ricci, e il fosso

T[erra] alle Folcara di Rose conf[in]o Carlo d'Appio, et il Rosario p[er] 1/2

q[ua]r[te] 0

C[oppe] 1 Cann. 13

C[oppe] 5 q[ua]r[te] 2

C[oppe] 0 q[ua]r[te] 2

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 0

C[oppe] q[ua]r[te] 0

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 0

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 0

C[oppe] 5 q[ua]r[te] 0

C[oppe] 2 q[ua]r[te] 0

C[oppe] 3 q[ua]r[te] 1

C[oppe] 1 q[ua]r[te] 1

C[oppe] 1 q[ua]r[te] 3

C[oppe] 5 q[ua]r[te] 0

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APPENDICE IV -

TRASCRIZIONE COMPLETA DELLA VISITA GUINIGI DEL 1721

(13 maggio 1721)

S. Maria delle Valli

In itinere visitavit Ecclesiam S[anc]te Marie Vallium; unicum adest Altare; mand[avi]t provideri de tela cerata, et in stipite Altaris crucem pingi.

Adest Beneficium cum onere unius Misse in qual[ibe]t hebdomada, et in quatragesima duas Missas in qual[ibe]t hebdomada p[resen]t in tabella existentein Ecclesia S[anct]e Cruci Villarum; cuius rector est Clericus Nicolaus Ant[oniu]s Canonico, et doctum fuit de adimplemento dd. Missarum p[ro] R[everendum] D[on] Joem (Joannes) Canonij (amd) ut asservit d[ict]o Clericus.

Mand[avi]t provideri de Armario prò retinendio paramentis sacris, et de Baldachino super Altare.

Visitavit corpus Ecclesie mand[avi]t reparari tectum in locis necessarijs, et reparari parietis, et avelli virgulta circum circa enata; atq[ue] januam reparari ac sera muniri.

S. Croce extra muros Villa Villarum

In itinere visitavit Eccl[esi]am S[anc]te Crucis extra muros Villarum, olim antiqua Partis; renovavit decretum provisionis Baldachini cruci in stipite pingi; nec non elevari d[ict]um Altare spatio altitudinis medietatis palmi, et collocari lapidem sacram in medio Altaris, et excavari foneam extra Muros d[ict]a Ecclesia à parte exteriori d[ict]i Altaris, ac parietes prope d[ict]um Altare reaptari et pavimentum in locis necessarijs; atq[ue] janua d[icta] Eccle[sia] sera muniri.

S. Croce

In itinere visitavit Eccl[esi]am Par[occhia]lem S. Crucis Ville Villarum, cuius rector est R[everendum] D[on] Nicolaus Padovanus facta mortuorum absolusione.

Visitavit S[antissi]mum Sacramentus, et mand[avi]t inhaurari partem interiorem Pijxidis in summitate. Visitavit Baptisterium, mand[avi]t fieri cruces super vasculis, et cooperiri fenestrellam panno serico violaceo, ac provideri de raminea scudella ad attingendas aquas prò Pueris abluendis, ac pingi prope d'[icta]m Baptisterium Imaginem S[anc]ti Joannis Baptista. Dictus Fons debet exportari prope januam.

Visitavit oleum infirmos, mand[avi]t fieri crucem in vasculo, et renovari de argenteo, ac cooperiri fenestrellam panno serico violaceo.

Visitavit Sacras Reliquias, et bene invenit.

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Visitavit Altare Maius et bene invenit. Adest onus p[resen]t in tabella quatuor missarum, et d[icto] R[everendus] D[ominus] Curatus docuit de adimplemento.

Redditus Societatis Sanctissimi ascendunt ad summam ducatorum octo c[ircite]r et constat de Solidat[...]e computorus reddita à Proribus coram d[ict]o R[everendus] Curato ac D[on] (Jte) Ant[oni]o Cicconio.

Visitavit Altare B[eata]e Maria Virginis Montis Carmeli de familia de Riccis. Adest onus quinque missarum quol[ibe]t anno.

Item onus quatuordecim missarum quol[ibe]t anno p[resen]t in tabella, et doctum fuit de adimplem[en]to medio Iur[e patrona]to à R[everendo] D[on] Josepho Riccio.

Visitavit Altare S. Sebastiani de Jure Patronatus familie Marconi, et interim mand[avi]t provideri de Carta gloria, in principio, et lavabo. Adest onus unius Missa prò qualibet hebdomada.

Item Adest onus aliarum missarum ex legato q[uonda]m Matthei de Alexandro, et bona fuerunt reperta, et taxata ad Missas viginti quatuor quolibet anno, et pro missis (uts.a) prò qual[ibe]t hebd[omad]a docuit de adimplemento medio Jure [patrona]to R[everendo] D[on] Joannes Ant[oni]o Cicconius.

Mand[avi]t fieri Instrum taxationis dd. Missarum ad formam decretti Ill[ustrissi]mi et R[everendissi]mi D[omi]ni.

Visitavit Altare S[antissi]mi Salvatoris de Jure patronatus familie de Cicconis cum onere Missarum viginti quatuor pro quol[ibe]t Anno p[resen]t in tabella, et doctum fuit de adimplemento ab eod[em] Rev[erendus] D[on] Joanne Ant[oni]o Cicconio.

Visitavit Altare S[anti]s[si]mi Rosarij, et bene invenit possidetur ab universitate d[ict]i loci, et adest erecta societas, que recitat S[antissi]mum Rosarium.

Fuerunt assignata bona ab heredibus Rosate q[uonda]m Alexandri.

Item fuerunt etiam assignata bona ab heredibus Matthei, et Diamante de Comitibus p[resen]t ex memoria preterite Visitationis annui fructus ducatorus sex (c.r), et computa fuerunt solidata à Proribus, in manibus R[everendi] D[on] Curati.

Visitavit sedes confessionales, et mandavit apponi pias Imagines.

Visitavit sacristiam, et suppellectilia sacra, mand[avi]t fieri cruces in corporalibus.

Visitavit Corpus Ecclesia, mand[avi]t dealbari parietes intus d[ict]a Ecclesia.

Visitavit libros Parochiales, et bene invenit.

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NOMINA PRESBITERORUS

R[everendus] D[ominus] Nicolaus Padovanus Curatus R[everendus] D[ominus] Joannes Ant[onio] Cicconius R[everendus] D[ominus] Joseph Ricci
R[everendus] D[ominus] Joannes Jordani
R[everendus] D[ominus] Crux de Comitibus Curatus Micigliani. R[everendus] D[ominus] Fran[ces]cus Antonius Amicutij Curatus Collis Fegati
CLERICUS
Ferdinandus Cicconi ad p.t. (in abito e tonsura ?) Ermenegildus Cicconi ad p.t. (in abito e tonsura ?)
Status Animarum N. 182

Quibus omnibus expletis adveniente meridie fuit receptus à R[everendus] D[ominus] Archip[ret]e Villarum, et preparato prandio se refecit et postea proseguendo iter pervenit ad Suburbium Collis Fegati.

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APPENDICE V -

VISITA CAMARDA DEL 1725 - RISPOSTE DEI PARROCI

F. ANTONINO SERAFINO CAMARDA

DELL'ORDINE DE PREDICATORI ASSISTENTE AL SOGLIO PONTIFICIO, PER LA GRATIA DI DIO, E DELLA SANTA

A SEDE APOSTOLICA VESCOVO DI RIETI

ccioche nel prossimo nostro personale accesso possimo da Noi riceverli, e respettivamente darsi con maggior facilit, e prontezza le notizie, necessarie al bene, e servizio delle Anime

alla nostra Cura Pastorale commesse, abbiamo stimato di prevenire con la presente formola di Relazione, che dovranno esibirci tutti li Parochi, e Rettori di Chiese subito, che faremo giusti con le risposte distinte ciascun capo in margine di questo istesso foglio.

Ville Collefegato n°. 17

1 ­ Se la Chiesa sia Parochiale, con che Titolo e sotto quale invocazione, in che Vicariato Foraneo, in qual Dominio Temporale, e Governo di chi, Nome, Cognome, Patria, et, e requisiti di chi la possiede.

Di S. Croce sotto il Vicariato del Corvaro, et il rettore d'essa d. Nicola Paduani, d'etd'anni sessanta e v'un altra Chiesa extra muros sotto titolo di S. Croce. Q[ues]ta anticha, et un'altra Chiesa di S. Maria beneficio semplice soggetta a d[ett]a Chiesa Parochiale con peso di messe e si possiede dal diacono d[on] Nicola Canonij di P[oggio] di Valle

2 ­ Se detta Chiesa abbia altri membri, pure Oratorij subordinati, e se sia consacrata, con esprimere il tempo della Consacrazione.

la detta Chiesa Parochiale non have altri membri, che la sacrestia, e non consacrata, have cinque cappelle, due dell'Uni[versi]t, q[ues]ti si custodiscono dalli Procuratori e tre altre Padronali ad (nutus) p[er] (pruot.]; di bona collatione

3 ­ Se abbia bisogno di riparazione, chi tocchi la spesa di mantenerla in fabrica, e Paramenti per consuetudine, per convensione, e quale sia la pratica.

La mede[si]ma non have bisogno di reparatione, ma quando bisogna q[ues]to che cosa si fa dal Popolo delle Ville

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4 ­ Se abbia Sepolture, e quali, Fonte Battesimale, Organo, Campanile con Campane, e quante.

La sud[ett]a have due sepolture, con la fonte battesimale, campanile con due campane

5 ­ Se vi si mantenga il Santissimo Sacramento. Et spese di chi si proveda l'Olio per la Lampada, e chi ne abbia l'incombenza

Vi il S[anti]s[i]mo Sacram[ent]o q[ua]le si mantiene d'oglio, e cera p[er] carit, e certi poderi lasciati, dal Procuratore.

6 ­ Chi mantenghi la cera, e facci imbiancare le Suppelletili Sagre.

Di ogni anno si fa dal Curato; il q[ua]le fa le cerche, et annota li fructi de beni stabili lasciati da Compagnia, con il peso d'un offitio l'anno, e fa imbiancare le tovaglie, e provede di tutto.

7 ­ Se vi si predichi la Quaresima, e l'Avvento, e chi proveda il Predicatore, chi lo paghi et con quale Elemosina.

Vi si predica quaresima, q[ua]le si paga dall'uni[versi]tcomune di scudi dodeci l'anno, q[ua]li si ripartono tutte le famiglie, e vi sono alcune differenze nate p[er] il comodo del Predicatore ordinate da Minsig[or] Guinigi

8 ­ Se detto Paroco, Rettore abbia le Bolle della tua provisione, da chi spedite, e l'esibisca attualmente.

Il med[esi]mo rettore have le sue bolle

9 ­ Se gode altri Beneficij Semplici, Cappellanie anche di Patronato laicale, ed esibisca li Documenti.

Non have beneficij semplici

10 ­ Se detta Chiesa sia di Collazione ordinaria, libera, pure di Nomina, presentazione di Patroni Ecclesiastici, laici, e chi sono.

La d[ett]a Chiesa di collatione ordinaria, libera, e non s'presentata alcuna

11 ­ Ch'entrata abbia detta Chiesa Parochiale, Benefizio, finalmente, in Decime, Terreni, Censi, Canoni, Diritti, altro, specificandola tutta anche con gl'incerti.

La d[ett]a Chiesa have d'entrata di scudi sedici in circa l'anno, e sono in frutti d'alcuni stabili e di circa (?) uno e mezzo di grano l'anno p[er] ciasched'una famiglia, e have di peso carlini trenta, cathedratici e spoglie.

12 ­ Se sia solito, & obligato il Paroco tenere il Capellano, Coadiutore, spese di chi si mantenga, e chi sia.

Non obligato tenere ne coadiutore ne Cappellano

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13 ­ Quanti altari siano in detta Chiesa, specificando il loro Titolo, uno per uno, chi abbia l'obligo di mantenerli, con qual peso di messe, d'altra Opera pia, quali di detti si adempiano, da chi, e quali non si adempino, e per quale cagione.

Vi sono cinque Altari, il capo Altare del SS.mo Sacram[en]to; e del SS.mo Rosario, l'Altare del SS.mo Salvatore, e S. Bened[ett]o p[er] devotione della famiglia de casa Cicconi, con il peso di 24 messe l'anno p[er] devot[ion]e della d[ett]a ad nutus, l'altare della Madonna del Carmine, de casa Ricci col peso di venti messe simil[men]te ad nutus, e l'Altare del SS.mo Crocifisso, e S. Sebastiano della casa di Cannone con il peso di 24 messe simil[men]te ad nutus, e la cappella del SS.mo Rosario dell'Uni[versi]t, il Procuratore della d[ett]a da mezza salma di grano al Curato p[er] il SS.mo Rosario da recitarsi le Domeniche e p[er] la Processione, delle p[redett]e Domeniche (descritte) n'un altra lasciata fatta mesi sono con novo Cappellano con l'obligo di messe.

14 ­ Quanto tempo che detta Chiesa non stata visitata, da chi fvisitata in ultimo luogo, quali decreti furono fatti, e se quelli siano stati eseguiti, e quali restano da eseguirsi

La d[ett]a Chiesa stata visitata da Monsig[or]e Guinigi nel 1712 e quattro anni sono fvisitata da visitatori d[ett]o ...

15 ­ Per qual cagione non si sono eseguiti, rapresentando il modo, che vi farebbe per farli eseguire

... e li decreti non sono stati eseguiti p[er] mancanza d'Artefici sufficienti.

16 ­ Quanti Preti, e Chierici sono nella Parocchia, dandone distinti Nomi, ancorchabitassero altrove, e se hanno servito la Chiesa, & incedino in abito, e Tonsura

Vi sono sette Sacerdoti, ciod[on] Nicola curato d[ett]o, d[on] Gio[vanni] Ant[oni]o Cicconi, d[on] Gioseppe Ricci, d[on] Gio[vanni] Ant[oni]o Giordani, d[on] Ermenegildo Cicconi, e d[on] Franc[esco] Amicutij curato di Collefegato e d[on] Croce Conti curato Micigliano, e tre Chierici e Venceslao Cicconi, Gioseppe Mazzarella, Pompeo Conti, e Ferdinando Cicconi clerico coniugato, q[ua]li servono alla Chiesa Parochiale, ....

17 ­ Se alcune di detti Preti, Chierici anche Coniugati sono armigeri, scandalosi, viziosi, Giocatori, dissoluti, di mala fama, avvertendo di darci nota di tali cose secrete in un foglio a parte sigillato, che non uscirdi mano Nostra, che promettiamo tutta la secretezza

... e non sono scandalosi ne di mala fama.

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18 ­ Quanti Beneficij semplici, Capellanie perpetue sono nel recinto di detta Parochia, specificando il nome, e l'entrata di chi li gode

Non vi sono altri beneficij che la Chiesa di S. Maria e le tre cappelle dette di sopra ad nutus nel recinto di d[ett]a Parochia, q[ua]li non hanno altro di frutto, che l'obligo messo da monsig[no]r Guinigi di messe loro Cappellani

19 ­ Se in detta Parochia vi siano Meretrici, Donne scandalose, Concubinarij, Adulteri, Bestemmiatori, o altri malviventi

In d[ett]a Parochia [er] Dio gratia non ci sono donne scandalore, ne meretrici, ne concubinarj, ne adulteri, o altri mali viventi.

20 ­ Se vi siano Maritati, che non abitino insieme, e per qual cagione

Non vi sono maritati, che non habitano assieme.

21 ­ Se vi sono Usuraij, Scommunicati, sospetti d'Eresia, Magia

Non vi sono scomunicati, ne usurarj, ne sospetti d'eresia.

22 ­ Come si osservino le feste, che abusi vi siano e qual modo di provedere opportunamente.

S'osservano le feste, e non ci sono abusi

23 ­ Se le Ostetrici, Mammane siano state dal Paroco esaminate, se sanno la forma di conferire il Battesimo in caso di necessit, dando nota de nomi loro, e da quanto tempo esercitino.

Non ci sono mammane

24 ­ Se vi si trovino Persone dell'uno, e l'altro sesso, che non si siano communicate la Pasqua, e come si chiamino

Non ci sono persone che non habbiano sodisfatto al Precetto Paschale.

25 ­ Se in detta Chiesa si Predichi dal Curato nella Messa Parochiale, che ora, se vi sia Concorso di Popolo, e che altre Messe vi si celebrino, se avanti, doppo.

Le Domeniche et altre feste fa l'esplicatione dell'Evangelo, e la Dottrina, con il Rosario

26 ­ Se vi s'insegni la Dottrina Christiana, chi adempia questo peso, se sia frequentata, volendo ancora, che s'intimi, & insegni nel tempo della Visita, per potere meglio riconoscere il bisogno.

V'insegna la dottrina a tutti.

27 ­ Se entro i confini della Parochia vi siano Eremiti, in qual Chiesa, con quale spesa, & edificatione vivono, e come si nominano.

Non vi sono eremiti.

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28 ­ Quante Confraternite Laicali siano in detta Parochia, notitia della loro fondatione, l'istituto proprio, una per una specificando qual'opera pia sono tenute di fare, la loro entrata Annuale, specificata in un foglio parte capo per capo, ciodi Grano, Vino, Censi, Canoni, Livelli, Cambij, Luoghi de Monti, altra rendita, che avessero, cosi ancora nello stesso foglio separata la nota dPesi, che dette Confraternite sostengono capo per capo.

V'la Compagnia del SS.mo Sacram[ent]o; e Ros. la Compagnia delle S[an]te Reliquie, de q[ua]li vi sono li Procuratori, li quali riscuotono li frutti di beni stabili, censi e carit, e adempiscono alli loro oblighi.

29 ­ Se a spese di dette Confraternite si fanno Conviti, Rinfreschi, Mangiamenti trConfratelli, se per consuetudine, per obligo di fondatori, donatarij, Testatori, pure in che altro modo.

La compagnia delle S[an]te Reliquie secondo la lasciata dla refettione tutti li sacerdoti, ch'intervengono alla festa di S. Croce con la solita carittanto sacerdoti, come chierici.

30 ­ Se vi sono legati Pij non riportati nLibri di dette Confraternite, non pagati, e quali siano.

Li legati tutti sono registrati al libro

31 ­ Come si amministrino l'Elemosine, che si raccolgono da dette Confraternite, sotto quali chiavi si custodischino, e se vi sia la sopraintendenza dParochi.

S'amministrano da ciasched'uno Procur[ator]e d'esse Compagnie, li quali ne teng[on]o custodia.

32 ­ Se gl'Offiziali di dette Confraternite hanno reso conto della loro Amministratione, e se vi sia alcun debitore della medesima per detto Titolo d'Amministratione, chi sia, e le possiede del suo.

Li passati hanno reso conto, e vertano debisoti, et alcuni sono renitenti pagare li frutti de beni assegnati da med[esi]mi; e da tr'anni q[ue]sta parte non hanno reso conto.

33 ­ Se dette Confraternite abbiano Credito da esigere, dando nota ddebitori in foglio parte

Li med[esi]mi Procuratori hanno d'esiggere da molti debitori e precisi q[ue]sti di tre anni q[ue]sta parte.

34 ­ Se dette Confraternite abbino Liti, per qual cosa, con chi, e se siano dette liti capaci di qualche transazzione, concordia, & in che stato si trovino

Le d[ett]e hanno liti con alcuni, che non intendono pagare

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35 ­ Se in detta Parochia vi Mastro di Scuola, di quali costumi sia, e fe annia fatta la professione della Fede, e come si chiami

Presentem[en]te non ci maestro schuola

36 ­ Se vi siano Medici, e se questi avvisano gl'Infermi di Confessarsi doppo la seconda visita

V'il medico in d[on] Gio[vanni] Ant[oni]o Cicconi, qual'avvisa l'infermi, e l'istessi curati, quando chiamato

37 ­ Se si osservi l'Editto anche publicato d'Ordine di N.S per la riverenza dovuta ale Chiese e se vi siano persone irreverenti alle medesime, e chi

S'osserva

38 ­ Se vi sia chi ritenga, legga Libri proibiti, e si nomino con specificare la quantit, e qualitde Libri

Non vi sono detti libri che si sappia

39 ­ Se vi siano usurpatori dBeni, ragioni delle Chiese luoghi Pij, e chi

Vi sono dissenze de confini

40 ­ Se in detta Chiesa Parochiale si canti il Vespro le Feste, vi si reciti il Santissimo Rosario, si faccia l'Espositione del Santissimo, la buona morte, qualche altra Oratione, e con qual concorso, e decenza

Si canta il Vespro p[er] devotione mediante li sacerdoti che vi sono nelle festi del solenni Corpus Domini e tutta la (stanno) e si recita il (Padre) nos[tr]o tutte le Domeniche, e tutti li giorni di quaresima si recita il Ros[ari]o e dottrina con l'espositione tutti li venerddi marzo.

41 ­ Se detto Paroco osservi il Rituale Romano che maniera tenga per istruire i Fanciulli ricevere la Santissima Eucaristia.

Osserva il rituale romano

42 ­ Quali libri esso Paroco habbia di Teologia Morale, e quali di perfezione Cristiana, di altra spirituale letione

­

43 ­ Se in detta Chiesa vi sono Indulgenze Plenarie o perpetua, ad tempus, e se ne mostrino i Brevi

Vi sono l'indulgenze del SS.mo Rosario, essendo eretta la Compagnia, e vi sono l'indulgenze in tempo di S. Croce ad tempus, e nella Nativitdella Madonna.

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44 ­ Se in detta Parochia vi sia Monte di Piet, frumentario, di qual fondatione siano, come si amministrino osservando ciche si ordinato di sopra al numero 28 nel dar nota dloro Capitali, e spese per mantenimento dMinistri, e delle fabriche

Non vi Monte di Piet

45 ­ Se gl'Offiziali di detto Monte amministrino bene, se i passati hanno reso conto, e se vi sia chi resti debitore

Non vi sono

46 ­ Lo stesso si osservi quanto agl'Ospedali, dando nota del Capitale, Entrate, e spesa annuale come sopra

Non ci sono ospedali

47 ­ Se vi siano abusi da correggere in qualsivoglia materia, dandone nota distinta, e sigilata

Non vi sono abusi

48 ­ Si vuole Copia della Tabella degl'oblighi delle Messe, distinguendo quali precisamente si adempiano, da chi, e quali non si adempiano, e perch, con presentare anche i Libri della sodisfazione

La copia della tabella delle messe delle tre capelle Padronali, due si sono sempre sodisfatte dal R[everen]do D[on] Gio[vanni] Ant[oni]o Cicconi, cioli sua, e del SS.mo Crocifisso, e l'altra da D[on] Gioseppe Ricci, e l'altre dua dal Curato cioil SS.mo Sacram[en]to e Ros[ari]o, oltre al Rosario vi l'altro Cappellano presentem[en]te fatto, che celebra secondo la lasciata fatta mesi sono.

49 ­ Si vuole ancora descritti in un altro foglio a parte tutti i Capitoli, de Terrenim Censi, Fondi, Canoni, Livelli della detta Chiesa $ annessi, con la specificatione delle piante dPoderi, Terreni con i loro Confini, & una nota nel mede[si]mo foglio di ciche fosse usurpato da altri spe[t]tante da ragione alla detta Chiesa, Chiese

­

50 ­ Si vuole ancora un'Inventario distinto di tutti i Mobili, Paramenti, Argenti, Calici, Patene, Vasi Sacri, Candelieri, Tovaglie, Ornamenti, Quadri, di qualsivoglia altro Suppellettile della mede[si]ma Chiesa & annessi

Si farmi

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51 ­ Si dica con quale Pompa si porti il Santissimo Viatico agl'infermi, e se vi siano le suppellettili questo effetto, di Pisside, Borsa, Veli, Campanello, Corporale, Purificatore, Cera, se intervenghino Fratelli di Compagnia con Sacchi, e se dal Paroco si publichino le Indulgenze concesse da Sommi Pontefici per questa Sacra associatione

Si porta con il baldachino la pisside, borsa, veli, aspersorio, campanello, corporale, purificatorio, cera, con l'interventione di tutti li f[rate]lli e sorelle della Compagia; e dal Parocho si ricordano l'indulgenze che acquistano chi accompagna

52 ­ Se si faccia la Conferenza de Casi dCoscienza, se con frequenza, chi siano i Morosi, e qual Metodo si tenga

La med[esi]ma conferenza si fogni mese nelle Congreg[azion]i che si ordinano dal Priore della Compag[ni]a di tre casi di coscienza, il q[ua]le fa dire ciasched'uno la sua opinione, et anco in scriptis.

53 ­ Quanti confessori anche Regolari siano nella Parochia, la loro et, e fama, tanto di costumi, quanto di scienza

Li confessori non v'altro che il Curato.et il R[everen]do D[on] Gio[vanni] Ant[oni]o Cicconi d'etd'anni 60 quale p[er] caritp[er] li bisogni de luoghi esercita, essendo di buoni costumi e di scienza.

54 ­ Se gl'Oratorij privati sono d'impedimento per deviare il Popolo dall'intervenire alle Messe Parochiali

Non vi sono oratorij.

55 ­ Si avvertano i Patroni laici, & Ecclesiastici de Beneficij, Capellanie portare la giustificatione del loro Titolo, per Fondatione, Dotatione, per privilegio, altrimenti si dichiararanno di libera Collatione

­

56 ­ E perchne luoghi picomodi nella Diocesi si farla Cresima si preparino, & istruischino perciquelli, che dovranno ricevere detto Sacramento secondo la disposizione del Sinodo Diocesano al Titolo 13

­

57 ­ Dove sono Monasterij, e Conventi sottoposti, quali si visitaranno secondo il solito, si dovranno esibire le Costituzioni, e libri Mastri, & alamente riferire se vi sia l'osservanza, che abusi particolarmente circa la Clausura, come si amministrino l'Entrate, e si adempiano gl'oblighi, regolandosi anche per questi come si detto di sopra per gl'altri Luoghi pij al n. 28

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Si formi lo stato delle Anime di ciascuna Parochia, & Annessi, come siegue.

Nella Parochia di me sottoscritto Curato sono

Famiglie num. 27 Sacerdoti Secolari n. 7 Chierici liberi n. 3 Chierici Coniugati n. 1 Regolari dell'Ordine di ­­­ , cioSacerdoti n. ­­ Chierici n. ­­ laici, Converso n. ­­­

Monache dell'Ordine di ­­­, Corali n. ­­­ Converse n. ­­­ , Educande n. ­­­ frtutte n. Terziarie, Bizzocche dell'Ordine di ­­­ Professe n. ­­­ , non Professe n. ­­­ frtutte n. ­­­ Eremiti dell'Ordine

Maschi al Secolo da Comunione Femmine al Secolo da Communione Fanciulli, che non si communicano Fanciulle, che non si communicano

Num. 146 Io Nicola Paduano delle Ville, di S. Croce Curato cosriferisco anche

col mio Giuramento facto pectore mano propria

Se la Carta non bastasse per dette risposte, si aggijngeranno altri fogli con unirli assieme con quelli degl'Inventarij richiesti di sopra, e si faccino le chiamate per numero secondo l'ordine sudetto, publicandosi tale effetto subito la presente con avvertire ogn'uno di eseguire pontualmente quanto vi si contiene, e di ritrovarsi in persona al Nostro imminente accesso per non incorrere nelle pene contenute nell'Editto Generale. Dat. nel Palazzo Vescovale di Rieti.

FRA' ANTONINO VESCOVO DI RIETI, e DELEGATO APOSTOLICO

Anime in tutto

n. ­­­ n. 64 n. 55 n. 33 n. 14

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APPENDICE VI -

ALLEGATI ALLA VISITA CAMARDA DEL 1725

1) Ill[ustriissi]mo e Rev[erendissi]mo Sig[no]re (P.ne Co.mo)

Io inf[rascri]tto ho riunita la copia delli decreti fatta dall'Ill[ustrissi]mo e R[everendis]simo Monsig[no]r Vescovo di Rieti in occasione della sacra Visita fatta nella Parrochiale della Villa di Collefegato, et nelle Chiese rurali di S. Croce extra muros, et di S. Maria di Valle.

fede (cireans) q[ue]sto di 13 7bre (settembre) 1725 Io D. Nicola Paduani Curato dud[ett]o

2) Nota delli stabili della Chiesa Parochiale di S.a Croce delle Ville di Collefegato diocesa di Rieti

In primis Terra allo Paco conf[in]o Giacomo Mazzarella per Poggio di Valle, il SS.mo Sacram[en]to di d[ett]a terra, il fiume, la strada

Cannapina alle Pantana conf[i]no Angelo Gagliardi et Amico Paduani

T[erra] all Colle conf[in]o d[on] Gioseppe Ricci, Giacomo Gerge, Tomasso Ponti

Prato alla Fonte conf[in]o Amico Paduani, la strada e la Corte

T[erra] con cerqui allono conf[in]o Desiderio Gerge, il rio

Orto alla Fonte conf[in]o Desiderio Gerge, la via

T[erra] all Maione conf[in]o S[ant]a Maria

Terra alla Valle di sopra confino Cesare Conti, Francesco Paduani

3) Mobili di d[ett]a Chiesa

C[oppe] 4 q[uar]te 4

C[oppe] 1 q[uar]te 1

C[oppe] 2 q[uar]te 3

C[oppe] 4 - -

C[oppe] 4 - - C[oppe] 1 - - C[oppe] 4 - -

C[oppe] 6 q[uar]te 2

In primis Calici quattro con sue patene; diece Palle doppie e 1 doppia; Corporali sei; Borze sette; Velis sette. Missali tre e quattro dè defonti. Pianete di diversi sorti undici. Un (Bracciale) Violace. Camisci sei; et otto della Compagnia; Tovaglie dicissette. Cannelieri otto con croce di ottone. otto altri di legname con croce; un Crocifisso grande; con confalone uno. Con il lanternone, e croceparo (...) d'ottone. due Baldachini, uno novo, et uno usato; due pisite una grande et una piccola. Una sfera; una campanella piccola.

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Nota dell'anime.

In primis d[on] Nicola Paduani curato di d[ett]a Chiesa. D[on] Gio[vanni] Ant[oni]o Ciccone medico; d[on] Ermenegildo Ciccone. D[on] Gioseppe Ricci. D[on] Gio[vanni] Ant[oni]o Giordani. D[on] Francesco Ant[oni]o Amicutij curato di Colle fegato; d[on] Croce Conti curato di Miscigliani;

Clerici

Latislao Ciccone; Gioseppe Mazzarella; Pompeo Conti; Ferdinando Ciccone coniug[at]o

Famiglie n. 27
homini di comunione 64
femine di communione 55
Fanciulli che non si comunicano 33 Fanciulle che non si comunicano 14
In tutto salvo sempre (errori e omissioni) 146 Io d[on] Nicola Paduani

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APPENDICE VII -

VOCI DI VETTOVAGLIE DI COLLEFEGATO E POGGIOVALLE

1749-1754

1) Collefegato 16 gennaro 1749

In attenzione dell'ordine emanato dal Regio Tesoriere della Città dell'Aquila; dà noi massari, e Reg[imen]to dell'Uni[versi]tà predetta si fa vera, ed indubitata fede, da ratificarsi mediante il n[ost]ro giuramento sotto pena di falso, come ne i mercati convicini si vende il grano carlini vent'otto, e trenta la salma, l'orzo carlini venti, e vent'uno la salma, le Lente (lenticchie) carlini trentaquattro, e trentacinque la salma, le Fave carlini ventiquattro la salma, l'oglio grana dicissette la foglietta; delle altre vettovaglie non si assegna prezzo p[er] non esservi persona veruna n[ost]ra Cittadina, che ne facci compra, ò vendita. Che p[er] la verità si è dato ord[in]e al sottos[cri]tto n[ost]ro Ordinario Cancel[lie]re che facesse la p[resen]te, firmata di n[ost]re mani, e munita con il n[ost]ro solito Universale Sugello in Fede.

Jo Giuseppe Luciani Massaro
+ Segno di Croce di Angelo Paparelli massaro (eletto)

Giuseppe Antonini d'ord[in]e Cancel[ier]e

2) Collefegato 19 maggio 1752

Per obbedienza, ed attenzione dell'ord[i]ne emanato dal Regio Tesoriere della Città dell'Aquila; dà noi massari, e Reg[imen]to di d[ett]a Uni[versi]tà si fa vera, certa, ed indubitata fede, da ratificarsi mediante il n[ost]ro giuramento sotto pena di falso, come si vende il grano nej mercati convicini di Avezzano, e Tagliacozzo carlini trentasei, trentasette, e trent'otto la salma, l'orzo carlini ventidue, e ventitre la salma, le Lente (lenticchie) carlini trentaquattro la salma, le Fave carlini trenta, e trentadue la salma, l'oglio grana dicissette la foglietta; delle altre vittovaglie non si assegna prezzo p[er] non essere persona alcuna in essa n[ost]ra Uni[versi]ta, che ne facci compra, ò vendita; Onde in fede della verità si è dato ord[in]e al sottos[cri]tto che scrivesse la p[resen]te croce signata di n[ost]re proprie mani, e roborata con il solito Universal Sugello delle mede[si]ma Uni[versi]tà, in Fede.

+ Segno di Croce di Giuseppe Ruscitti Massaro eletto
+ Segno di Croce di Gio[vanni] Tommaso di Pietro di Fran[ces]co massaro eletto

Giuseppe Antonini d'ord[in]e Cancel[ier]e

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3) Nella t[er]ra di Collefecato li 20 8bre (ottobre) 1753

Dalli qui sottos[crit]ti Massari della sud[ett]a t[er]ra si fa vera, e real fede etiam cum iuram[ent]o dà ratificarsi ubique. Come p[er] la pura verità, e p[er] obedire all'Ill[ustrissi]mo Signor Tesoriere della Città dell'Aquila le Vettoaglie si trovano nelli seguenti prezzi, cioè:

  • Il grano bono, e pulito, o sia concio carlini ventisette - 027

  • Il mediocre carlini ventiquattro - 024

  • L'infimo carlini venti - 020

  • Le lente carlini ventiquattro - 024

  • Le fave carlini dicidotto - 018

  • L'orzo carlini sedici - 016

    Non essendo in questa n[ost]ra t[err]ra costume di seminarsi altre sorti di vettovaglie, che p[er] la verità abbiamo fatta la p[rese]nte fede roborata con il nostro solito popular sugello in fede, dì ed anno come sopra.

    + Segno di Croce di Pietro Paolo Conti massaro el[et]to + Segno di Croce di Giacomo Giordani massaro el[et]to

    Carl'Antonio Fattapposta d'ord[in]e Cancel[liere]

    4) Collefegato 30 gennaro 1754

    In esecuzione dell'ord[in]e emanato dal Regio Tesoriere della Città dell'Aq[ui]la, dà noi massari, e Reg[imen]to di d[ett]a Uni[versi]tà si fa vera, ed indubitata fede, da ratificarsi mediante il n[ost]ro giura[men]to sotto pena di falso, come il grano nei mercati convicini si vende carlini vent'otto, e trenta la salma, l'orzo carlini venti, e ventuno la salma, le Lente (lenticchie) carlini ventisei, e ventisette la salma, l'oglio grana dicinove la foglietta; delle altre vittovaglie non si pone il prezzo p[er] non essere persona alcuno de n[ost]ri Cittadini, che ne facci compra, ò vendita; Onde in fede della verità si è dato ord[in]e al sottos[cri]tto che facesse la p[rese]nte firmata di n[ost]ra mano, e con il segno di Croce del massaro assente, e roborata col solito Sugello di d[ett]a n[ost]ra Uni[versi]tà, in Fede.

    + Segno di Croce di Carl'Andrea Nicolaj Massaro assente Jo Stefano Angelini Massaro

    Giuseppe Antonini d'ord[in]e Cancel[lier]e

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5) In Poggio di Valle li 7 gennato 1749

Da Noi Massari et Regimento di Poggio di Valle si fa vera et indubitata fede in esecutione dell Reggio ordine del Sign[or]e Tesoriere della Città dell'Aquila che il dasse fede de prezzi dei vettovagli, quali in questo nostro paese non si fanno mercati ma secondo il mercato di Tagliacozzo et Avezzano, il sale (?) carlini trenta, l'orzzo giuli quindici, il farro carlini quindici, e la lenta carlini vendi quattro, e p[er] essere ciò la verità la habiamo fatta la presente scritta e sotto scritta e munita con il nostro solito e popular sigillo. In fede dì e anno sud[edd]o, in fede.

+ Segnio di Croce di Giuseppe di Pietro Paolo Massaro
Jo Nicola Canonij C[ancellier]e d'ord[in]e

6) Poggio di Valle li 8 7bre (settembre) 1749

Da Noi Massari et Reg[iment]o di Poggio di Valle si fà vera, fede etiam cum i[uramen]to sub pena falsi, a obedire al ordine ricevuto, che si dasse fede di prezzi di Vettovagli (e noi) dicemo, che in q[ues]tta nostra Terra non vi è prezzo (nessuno perchè) be si andiamo al Mercato in Tagliacozzo, dove il grano vale Carli ventinove, e trenta, la lente carlini ventiquattro la salma, l'orgio carli quattordeci la salma, le fave (venti) carlini la salma, e così p[er] esser questa uni[versi]ta li habitanti fatta la pre[sen]te scr[i]tt[a] e sotto scr[i]tt[a] di propria mano e roborata con il solito sugello di q[ues]ta nostra Uni[versi]tà. In Fede.

Io Silvestro Canonij Massaro mano propria

7) Adì 6 8bre (ottobre) 1753

Da Noi Massari et Reg[iment]o di Pog[gi]o di Valle si fà fede da ratificarla ubique (ubicusq opus) faciut. Come p[er] ubidire al ord[in]e che si dasse fede de prezzi de Vettovaglie diciemo, che in q[ue]sta U[niversi]tà: non vi è solito farsi prezzo da vettovaglie; bensì da Merchati di Tagliacozzo, ed Avezzano habbiamo ricevuti i prezzi sequenti cio e in fede di ciò si è fatta la presente:

  • Il Grano carlini ventisei la salma - 26

  • Le fave carlini ventiquattro - 24

  • L'orgio (orzo) carlini sedici - 16

  • La lente (lenticchie) carlini ventiquattro - 24

    + Segno di croce di Francesco Felice Massaro eletto
    Giuseppe Franchi pro Cancell[eria]

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Il Sigillo di Collefegato nelle Voci di Vettovaglie del '700

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BIBLIOGRAFIA

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  • Buccio di RANALLO, Cronache Aquilane, in Fonti per la storia d'Italia pubblicate dall'Istituto Storico Italiano, Roma 1907

  • Dizionario Storico Tematico La Chiesa in Italia - Volume I - Dalle Origini all'Unità Nazionale

  • Domenico LUGINI, Memorie Storiche della Regione Equicola, ora Cicolano, Rieti 1907

  • Enrico CELANI, Le pergamene dell'archivio Sforza-Cesarini, in «Archivio della Società Romana di Storia Patria», vol. XV del 1892

  • Erasmo RICCA, La Nobilità del regno delle due Sicilie, Napoli 1859

  • Evelyn JAMISON, Catalogus Baronum di Ruggero II Normanno in Fonti

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  • Massimiliano MURENA, Vita di Roberto Rè di Napoli, Napoli 1770

  • Matilde ODDO BONAFEDE, Storia popolare della città dell'Aquila

    degli Abruzzi, Lanciano 1889

  • Matteo CAMERA, Annali dall'Origine e Fondazione della Monarchia fino a tutto il Regno dell'augusto sovrano Carlo III. Borbone, Napoli 1860, vol. II, p.28 in Registri della Cancelleria Angioina, XXXXIII, 1292, presso l'Accademia, 1996, n. 43

  • Matteo D'AFFLITTO, Decisiones Sacri Regii Consilii Neapolitani, Venezia 1557

  • Michaeli MICHELE, Memorie Storiche della Città di Rieti e dei paesi circostanti, Rieti 1897-99

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  • Paolo RUBEI J.C. Romano, Sacrae Rotae Romanae decisionum recentiorum, ab anno MDCLXIII usque MDCLVI, Venezia 1716

  • Pietro Antonio CORSIGNANI, Reggia Marsicana ovvero Memorie topografico-storiche di varie Colonie e Città antiche e moderne della Provincia dei Marsi e di Valeria, Napoli 1738

  • Pietro Antonio DE ARAGONA, Nova Situatione de pagamenti fiscali de carlini 42 à foco delle Provincie del Regno di Napoli, & Adohi de Baroni, e Feudaratij, Napoli 1670

  • Pompeo ANGELOTTI, Descrittione della città di Rieti, Roma 1635

  • Riccardo FILANGIERI DI CANDIDA GONZAGA, I Registri della

    Cancelleria Angioina, XXI, 1278-1279, presso l'Accademia, 1967

  • Scipione MAZZELLA, Descrittione del Regno di Napoli, Napoli 1586

  • Syllabus Membranarum ad Regiae Siclae Archivium Pertinentium, Vol. II a Caroli II ad Roberti Regnum, Parte II, 1845

  • Tommaso BROGI, La Marsica antica e medioevale e fino all'abolizione dei feudi, Roma 1900

  • Vincenzo ALOI, Dissertazione storico-diplomatica sopra le avventure della insigne regal Badia di S. Maria della Vittoria in Sculcola, Napoli 1768

  • Vincenzo DI FLAVIO, Elenco delle chiese della diocesi di Rieti del 1252 in Scritti per Isa, Raccolta di studi offerti a Isa Lori Sanfilippo, a cura di A. Mazzon, 2008, pagine 313-338

  • Vincenzo DI FLAVIO, Il registro delle chiese della Diocesi di Rieti del 1398 nelle "Memorie" del vescovo Saverio Marini, 1779-1813, L.U. Japadre, 1989

  • Vincenzo FEDERICI, I Monasteri di Subiaco II. La biblioteca e l'archivio, Roma 1904

    ARCHIVI CONSULTATI

  • Archivio della diocesi di Rieti

  • Archivio Storico Capitolino - Archivio Orsini

  • Archivio di Stato di Napoli

  • Biblioteca del Monastero di S. Scolastica di Subiaco - Archivio Colonna

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INDICE

Introduzione........................................................................................... 1 Capitolo I - Miscellanea di Documenti dal 1150 al 1795.........................5 Capitolo II - Le Visite Pastorali dal 1561 al 1725.................................29 Appendice I - Trascrizione completa della Visita Guinigi del 1712.......47 Appendice II - Visita Guinigi del 1712 - Risposte dei Parroci...............53 Appendice III - Allegati alla Visita Guinigi del 1712..............................63 Appendice IV - Trascrizione completa della Visita Guinigi del 1721....75 Appendice V - Visita Camarda del 1725 - Risposte dei Parroci...........79 Appendice VI - Allegati alla Visita Camarda del 1725..........................89 Appendice VII - Voci di Vettovaglie di Collefegato e Poggiovalle.........91 Bibliografia........................................................................................... 95

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Villerose è una frazione del comune di Borgorose in provincia di Rieti. Fino agli anni venti del '900 faceva parte della provincia dell'Aquila in Abruzzo e, prima ancora, del Regno delle Due Sicilie.

Il suo nome mutò nel tempo e sembra che il più antico fosse semplicemente Valle. La villa di Valle in effetti si trovava a valle ma, in caso di necessità, possedeva anche un castello, "appoggiato" più in alto, che per questo motivo prese il nome di "Poggio di Valle". Con il passar del tempo il nome "villa di Valle" si fuse e divenne "le Ville". Poi, quando Ville entrò a far parte del feudo più importante di Collefegato, il suo nome mutò ancora e divenne Ville di Collefegato.

Vicino al castello di Collefegato, che era una grande e importante fortezza, prima del XIII secolo nacque il Borgo che poi lentamente prese il sopravvento. La pace instauratasi grazie ad un Regno che durò circa 800 anni, fece gradualmente perdere importanza ai castelli che si trasformarono in caserme, carceri o, in alcuni casi, in palazzi di proprietà dei signori. Esaurendosi la necessità della difesa, nei borghi posizionati in luoghi più comodi, si spostarono tutte le attività commerciali, religiose e civili.

Ma il nome Collefegato a qualcuno proprio non piaceva. Nel 1960 venne deciso di sceglierne uno diverso, più orecchiabile e, avendo la montagna più vicina il nome di Monte Rosa, venne deciso di mettere quel nome ai tre paesi che divennero Collerose, Borgorose e Villerose. Poggiovalle invece mantenne la propria autonomia e con essa il nome

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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